Articolo 21 - Editoriali
Giancarlo Ghirra: " La libertà di informazione è un diritto dei cittadini"
di Coordinamento Primo luglio
La tempesta che incombe sul mondo dell’informazione e della comunicazione investe anche l’Ordine Nazionale dei Giornalisti. Giancarlo Ghirra, neosegretario dell’ordine, come affrontate questo momento difficile?
“Intanto essendo domani tutti in piazza Navona. Io sono molto emozionato perché curiosamente il mio primo impegno pubblico è partecipare a questa manifestazione. Purtroppo non è bello dover scendere in piazza. Ma noi andiamo li con tantissimi giornalisti italiani, a nome dei giornalisti italiani, per chiedere rispetto per chi lavora nel mondo dell’informazione, rispetto soprattutto per la libertà d’informazione. E’ inaccettabile che il Presidente del Consiglio che mette insieme le due caratteristiche di essere un politico ed un editore, metta in discussione la libertà di stampa. Non lo facciamo per un diritto corporativo. La libertà d’informazione è un diritto dei cittadini. Ai cittadini non può essere negato di sapere cosa fanno i potenti in questo paese. Il tentativo dell’attuale governo è quello di imporre una legge che metta il bavaglio alle notizie. Impedire ai cittadini di poter esercitare la loro sovranità che deve essere affrontata solo sulla conoscenza di ciò che il potere fa. Ecco perché saremo in piazza”.
Ghirra, molti soggetti, editori direttori, enti, istituzioni già fanno riferimento ad una possibilità di disobbedienza civile. Nel caso dell’ordine nazionale dei giornalisti che è un ente a rilevanza pubblica anche voi avete in serbo qualche iniziativa di appoggio e di tutela legale di eventuali colleghi che incappassero nelle maglie del nuovo disegno di legge una volta approvato?
“Senza dubbio. L’ordine ha nell’articolo 2 , ed è il vero motivo per cui io amo la sua esistenza, è che i giornalisti hanno il diritto ed il dovere di scrivere la verità. E quindi noi non possiamo non tutelare chi si batte per la verità. Perché è un diritto costituzionale, è un diritto di cittadinanza, di cui non possiamo fare a meno. E quindi sono convinto che l’ordine sarà con gli altri organismi che tutelano l’autonomia e l’indipendenza dei giornalisti e sarà presente a sostenere anche con atti di disobbedienza dei colleghi. Non sono disobbedienti alla legge , la legge ci impone di dire la verità”.
“Intanto essendo domani tutti in piazza Navona. Io sono molto emozionato perché curiosamente il mio primo impegno pubblico è partecipare a questa manifestazione. Purtroppo non è bello dover scendere in piazza. Ma noi andiamo li con tantissimi giornalisti italiani, a nome dei giornalisti italiani, per chiedere rispetto per chi lavora nel mondo dell’informazione, rispetto soprattutto per la libertà d’informazione. E’ inaccettabile che il Presidente del Consiglio che mette insieme le due caratteristiche di essere un politico ed un editore, metta in discussione la libertà di stampa. Non lo facciamo per un diritto corporativo. La libertà d’informazione è un diritto dei cittadini. Ai cittadini non può essere negato di sapere cosa fanno i potenti in questo paese. Il tentativo dell’attuale governo è quello di imporre una legge che metta il bavaglio alle notizie. Impedire ai cittadini di poter esercitare la loro sovranità che deve essere affrontata solo sulla conoscenza di ciò che il potere fa. Ecco perché saremo in piazza”.
Ghirra, molti soggetti, editori direttori, enti, istituzioni già fanno riferimento ad una possibilità di disobbedienza civile. Nel caso dell’ordine nazionale dei giornalisti che è un ente a rilevanza pubblica anche voi avete in serbo qualche iniziativa di appoggio e di tutela legale di eventuali colleghi che incappassero nelle maglie del nuovo disegno di legge una volta approvato?
“Senza dubbio. L’ordine ha nell’articolo 2 , ed è il vero motivo per cui io amo la sua esistenza, è che i giornalisti hanno il diritto ed il dovere di scrivere la verità. E quindi noi non possiamo non tutelare chi si batte per la verità. Perché è un diritto costituzionale, è un diritto di cittadinanza, di cui non possiamo fare a meno. E quindi sono convinto che l’ordine sarà con gli altri organismi che tutelano l’autonomia e l’indipendenza dei giornalisti e sarà presente a sostenere anche con atti di disobbedienza dei colleghi. Non sono disobbedienti alla legge , la legge ci impone di dire la verità”.
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