di Rosa Villecco Calipari*
“L’Africa cammina con i piedi delle donne. Women are the backbone of Africa . L’Afrique avance grâce aux pas de ses femmes…Le donne sono la spina dorsale che la sorregge. In tutti i settori della vita: dalla cura della casa e dell’infanzia, all’economia, alla politica, all’arte, alla cultura, all’impegno ambientale. Senza l’oggi delle donne non ci sarebbe nessun domani per l’Africa”. Ho letto queste parole all’inizio dell’anno. Facevano parte di un appello che sta facendo il giro del globo a sostegno della campagna per l’assegnazione Premio Nobel per la Pace 2011 alle donne africane. Ho letto e riletto quelle frasi tradotte in tutte le lingue. Volevo fare qualcosa anch’io per questa iniziativa importante e coraggiosa che mira ad attribuire, per la prima volta, il premio più prestigioso del mondo non ad una singola personalità, ma ad un soggetto collettivo, a tutte le donne africane. Quelle donne che di fronte alla prevaricazione del potere sanno alzarsi in piedi per difendere i diritti calpestati. Volevo raccogliere firme, sostenerle, perché quelle donne dimostrano di saper realizzare reti solidali e dare risposte ai danni prodotti da guerre e conflitti che dilaniano quella e altre terre del pianeta. Dentro il dramma della guerra soffrono le pene dei padri, dei fratelli, dei mariti e dei figli votati al massacro. Volevo farlo per dare un contributo che valicasse il mio lavoro quotidiano, la mia collocazione politica e il mio Paese prima, durante e dopo questo “8 marzo”. Ed eccomi a spedire una lettera bipartisan per deputati e senatori: quattro firme equamente divise tra centrodestra e centrosinistra, tra Camera e Senato.
Le adesioni stanno arrivando numerose.
E’ bello poter parlare di pace e di donne in queste aule parlamentari appesantite, in questi giorni, da discussioni intorno a comportamenti poco etici che raccontano di ricchezze accumulate sfruttando sofferenze e catastrofi. E’ un modo per dimostrare che la buona politica e la buona economia (come quella del microcredito che ha salvato la vita a tante famiglie africane), possono avere la meglio anche quando non sembrerebbe. In questo nostro mondo, segnato da una crisi che non è solo economica, ma anche umana, le donne africane con il loro umile protagonismo, possono indicare un percorso nuovo per ricostruire su basi più giuste e più umane la convivenza. Possono divenire un investimento per il presente e il futuro non solo dell’Africa, ma del mondo intero.
In questi giorni consegniamo le firme della politica italiana a chi di pace e di Africa si occupa ogni giorno. La campagna Noppaw (Nobel Peace Price for African Women, www.noppaw.org) è sponsorizzata in Italia dal Cipsi (un coordinamento nazionale che associa 42 organizzazioni non governative e associazioni che operano nel settore della solidarietà e della cooperazione internazionale) e da Chiama Africa (una Onlus nata nel 1997 come campagna di sensibilizzazione e come strumento di collegamento tra gruppi e organismi impegnati in azioni di solidarietà con l'Africa).
Consegniamo le firme, ma non finisce qui. Ho chiesto ai parlamentari che hanno scritto il loro nome di continuare a cercare proseliti per quest’appello che deve arrivare a due milioni di firme. Abbiamo quasi un anno di tempo per aderire e sostenere, anche economicamente, una campagna difficile. Per questo mi piacerebbe che anche da questo giornale, da chi lo legge, dalle tante donne che in queste pagine trovano spunti di vita, di allegria e d’impegno venisse un aiuto per questo particolare Nobel. Perché mi piace pensare che un mondo migliore, e non soltanto l’Africa cammina con i piedi delle donne
*Vice Presidente Deputati PD