Clicca qui per il nuovo sito di Articolo 21 »
Ricerca con Google
Web articolo21.info
 
 
Articolo 21 - Editoriali
Il camerata Priebke e lo sguardo di Maurizio Giglio
Condividi su Facebook Condividi su OKNOtizie Condividi su Del.icio.us.

di Pino Finocchiaro

L'ex capitano delle SS, Erich Priebke, 97 anni, condannato all'ergastolo per l'eccidio di 335 tra detenuti politici ed ebrei alle Fosse Ardeatine, da un anno può lasciare la casa del suo avvocato dove sconta la detenzione domiciliare per indispensabili esigenze di vita.

Dove va l'ex criminale di guerra nazista? "Al supermercato, in farmacia, spesso in chiesa a pregare" spiega il suo legale. L'avvocato Giachini lamenta che per uscire a comprare due arance o tre mele il suo assistito debba chiedere il permesso alle forze di Polizia con 36 ore di anticipo e che la polizia stazioni sotto casa 24 ore su 24.

Il camerata Priebke, si chiedono tutti, passa mai per via Rasella? Lì iniziò tutto con l'attentato agli agenti nazisti del battaglione Bozen, 32 vittime. Da berlino giunse l'ordine di far eseguire l'eccidio prorio agli altoatesini, quindi italiani, del Bozen per vendicare i compagni caduti. I nazisti della Bozen dissero no, praticarono l'obiezione di coscienza. Il loro no fu rispettato persino da Berlino.

Priebke non disse no. Ebbe l'ordine di uccidere e ordinò di uccidere. Ma Priebke quando compra due arance non passa dalle Fosse Ardeatine. Dimentica.

Priebke non può andare a comprare tre mele senza scorta della polizia?

Quella macchina esce ogni giorno da una caserma dedicata alla memoria della medaglia d'oro Maurizio Giglio. 23 anni, laurea in giurisprudenza, era stato ferito sul fronte greco, medaglia di bronzo al valor militare. Il padre, esponente della borghesia romana, era il residente della polizia segreta fascista, la famigerata Ovra, a Bologna.

Maurizio Giglio, in un mometo di grande confusione politica e istituzionale, optò per la democrazia. Vestì la divisa da tenente di pubblica sicurezza, organizzò la resistenza nella Capitale d'intesa con i servizi segreti americani. Fu catturato dalla banda Coch, collaborazionisti romani, che lo torturarono per giorni senza che il tenente Giglio si lasciasse sfuggire una parola.

Il dolore si spense il 24 marzo 1944 nelle cave delle ardeatine dove Giglio fu condotto per ordine del suo superiore diretto, il questore Caruso.

Camerata Priebke, la prossima volta che  comprerà tre mele, guardi negli occhi gli agenti di polizia. Anche  dopo 66 anni. Immagini per un attimo lo sguardo di Maurizio Giglio, quegli occhi che il carnefice Priebke non vide mai perché l'ordine era di uccidere, con un colpo alla nuca.

 

Letto 1381 volte
Dalla rete di Articolo 21