di Giuseppe Giulietti, Federico Orlando, Tommaso Fulfaro
Accettiamo convintamente l'invito di Susanna Camusso a far confluire tutte le energie nella grande manifestazione indetta da migliaia e migliaia di donne italiane per rivendicare la dignità loro, dell'Italia, della Costituzione. Ci saremo perché mai come in questo momento c'è bisogno di unità, di condivisione, di amore per l'interesse generale. Ci saremo , così come tutte loro e tutti loro ci saranno quando sarà indetta la grande giornata dell'orgoglio costituzionale promossa da articolo 21, dal Popolo Viola, da Libertà e Giustizia, da Fare Futuro, che ha già riscosso l'adesione di migliaia e migliaia di persone delle più disparate provenienze politiche, sindacali, associative..
Del resto siamo convinti che la manifestazione di Roma saprà dare adeguato spazio anche alle donne impegnate a contrastare le censure, i bavagli alla informazione, i tagli che stanno riducendo al silenzio il mondo della cultura e dello spettacolo.
Allo stesso modo saremo presenti a Milano dove Santoro,Travaglio e Barbara Spinelli hanno convocato una iniziativa davanti al palazzo di giustizia per il prossimo 13 febbraio, quando i manipoli berlusconiani sfileranno per mettere sotto assedio i giudici e la giustizia.
Per essere ancora più espliciti noi saremo sempre presenti laddove ci saranno iniziative da chiunque promosse che abbiano lo scopo di tutelare la legalità repubblicana e l'orgoglio costituzionale.
Per queste ragioni continueremo a lavorare per promuovere un coordinamento tra tutte le forze politiche e sociali con l'obiettivo di arrivare ad una sola grande iniziativa segnata dal tricolore e dalla Costituzione.
Modi, forme e data, come è nostro costume, saranno decise insieme nella riunione già convocata per mercoledì, perché quando si tratta di difendere l'ordinamento democratico e la convivenza civile non è importante arrivare primi, bensì arrivare in tanti, possibilmente riuscendo nella impresa, per la prima volta in Italia, di riunire nella stessa piazza e sotto la stessa bandiera quanti hanno davvero a cuore l'interesse nazionale e vogliono recidere una metastasi che rischia di condurre a morte la repubblica, almeno nelle forme uscite dalla lotta di liberazione.