di Francesco de Notaris
Ha fatto bene Beppe Giulietti a rilanciare in Piazza del Popolo a Roma l’idea proposta da la Retitudine ad Acquasparta perché in ogni Comune vi fosse una Piazza dedicata alla Costituzione.La proposta è quella della Piazza, non tanto quella della Via o di un luogo. Sia chiaro: l’auspicio è che il Cittadino sia comunque richiamato a vivere la Costituzione che è il momento centrale della nostra vita unitaria.
E’ la Piazza il luogo simbolico nel quale avviene l’incontro, il dialogo, lo scambio di idee, di opinioni, il confronto tra persone. E la Piazza è anche il luogo nel quale il potere si manifesta in diversi modi, a seconda dell’ordinamento vigente.
Nella nostra Repubblica democratica, nella quale la sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione, la Piazza evoca la nostra comunitaria esperienza esistenziale. In Grecia, culla della democrazia, il cuore, l’Agorà, è ad Atene in Piazza Sintagma o Piazza della Costituzione.
Oggi, nella nostra Italia, devastata, in “questa maledetta notte” (Vecchioni), l’ignoranza al potere tenta di imporre come alternativa all’Agorà il Centro commerciale nel quale l’aggregazione è data dal desiderio del consumo che vuole massificare anche la sensibilità e il gusto e le abitudini degli Italiani nel trascorrere il giorno della festa.
E invece dobbiamo essere felici nel vedere i giovani “così belli a gridare nelle piazze perché stanno uccidendoci il pensiero”. Il non dimenticato Sindaco di Firenze Giorgio La Pira ha sempre considerato la Piazza come luogo di festa e di lavoro nel quale veniva esaltata la pedagogia e la pratica della democrazia, che ha nella riappropriazione della memoria storica collettiva il più forte baluardo per consolidare l’identità virtuosa di un popolo perché guardando al passato si ricava insegnamento per il futuro.
All’ingresso del campo di concentramento di Dachau è scritto: “Chi ignora il passato è condannato a ripeterlo”. E noi non vogliamo che la nostra memoria sia “gettata al vento da questi signori del dolore”.
Ecco che intitolare alla Costituzione una Piazza in ogni Comune restituisce al Municipio il ruolo educativo, evoca storie, radici, sacrifici, ideali dei nostri padri che hanno vissuto quella stessa Piazza nella quale si deve sperimentare quotidianamente quel Patto che consente la nostra civile convivenza: la Costituzione.
Il 17 Marzo 1861 è iniziato il percorso dell’Unità d’Italia. L’Italia monarchica è oggi diventata una Repubblica con una Costituzione che pone al centro la persona come individuo e nella dimensione sociale.
La nostra Costituzione ancora non è stata completamente attuata ed è sotto attacco da chi vuole tradirla nei suoi valori di riferimento.
La mia semplice intuizione, accettata ed arricchita ad Acquasparta, proposta ai Sindaci italiani dallo stesso Leoluca Orlando con la Retitudine, gridata a Roma da Articolo21, è un piccolo contributo per comprendere il significato dell’unità e per rendere forte l’unità morale e territoriale del Paese