di Giuseppe Giulietti e Vincenzo Vita
Aderiamo con convinzione all’iniziativa delle associazioni per la libertà della rete, che si terrà -in collegamento nazionale- martedì 5 luglio dalle 17 in poi a Roma, presso la ‘Domus talenti’ in via quattro fontane 113.
Perché è a rischio la libertà, nel e del Web? Tragicamente semplice: l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni , sulla base della delega ricevuta dal decreto legislativo Romani sulle tv del marzo 2010, emanerà il prossimo 6 luglio un Regolamento sul diritto d’autore. Stiamo parlando di diritti delle persone, per i quali è impropria tanto una mera delega, quanto l’interpretazione estensiva data dall’Agcom. Infatti, in base al testo che si conosce, un’istituzione amministrativa potrebbe assumere le sembianze del giudice, arrivando all’oscuramento dei siti ‘rei’ di violare la normativa medesima. No. Non è legittimo. E abbiamo chiesto un’audizione urgente in Parlamento del presidente Calabrò , che - tra l’altro- ha recentemente ribadito nella relazione annuale la necessità di una legge su di una materia tanto complessa e delicata. Come mai un Presidente, che pure ottenne larga fiducia dalle competenti commissioni di Camera e Senato, oggi non sente le opinioni contrarie di grande parte proprio del Parlamento? Si determinerà, se non vi sarà una ’moratoria’, un vulnus istituzionale, foriero di un’infinità di ricorsi. Altro che tutela del diritto d’autore. E’ un caso evidente di eterogenesi dei fini. Da un regolamento siffatto trarranno vantaggio i grandi gruppi come Mediaset, non certo lavoratrici e lavoratori del settore . La battaglia è e sarà asperrima. Non si può permettere a nessuno di violare la Costituzione.