di Antonio Di Pietro*
Il problema dei dirigenti Rai Si può essere più o meno d’accordo sulle cose che ha detto ieri sera Adriano Celentano – ed io, per chiarirci, lo sono – ma in un Paese libero e democratico la critica è un diritto e la libertà di espressione è uno dei capi saldi della nostra Costituzione.
Io e tutta l’Italia dei Valori vogliamo ringraziare Celentano per aver ricordato il nostro impegno referendario e quel milione e duecentomila cittadini che hanno sottoscritto la proposta per cambiare la legge elettorale. In fondo, i nostri padri costituenti non solo hanno dato la sovranità al popolo, ma hanno garantito a esso i principi contenuti nell’articolo 21.
L’anomalia non sta nel fatto che Celentano abbia ricordato il referendum, ma nel fatto che coloro che dovrebbero dare una risposta politica ai cittadini non la danno. E l’arte non può e non deve essere censurata. Lo ricordiamo a tutti questi soloni della politica che, in queste ore, si scandalizzano per le critiche trasparenti mosse da Celentano. Sono gli stessi che hanno taciuto quando direttori di tg, come Minzolini, facevano a pezzetti anche l’ombra dell’obiettività e dell’imparzialità nel servizio pubblico.
I dirigenti Rai hanno molti problemi seri a cui pensare, primo fra tutti smettere di obbedire ai loro padrini politici di riferimento e iniziare a liberare l’azienda dal condizionamento dei partiti, rilanciando realmente il servizio pubblico. Il fatto che invece si preoccupino di censurare un grande artista come Adriano Celentano, che ha rilanciato temi fondamentali quali quelli dei diritti civili dei cittadini, e addirittura decidano di commissariare il festival di Sanremo spiega perché l’azienda pubblica navighi in così cattive acque.
Forse alla signora Lorenza Lei i programmi che vanno troppo bene e le voci libere danno fastidio. Così, dopo aver messo alla porta Michele Santoro, che da solo tirava un’intera rete, facendo una informazione vera e non da veline, adesso ha avuto la bella idea di provarci anche con Celentano che ieri le ha portato 14 milioni di spettatori. Insomma è arrivato il momento di voltare pagina: bisogna commissariare i dirigenti Rai.
*tratto da http://www.antoniodipietro.it