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Attentato Mosca. Chiesa: " Non è terrorismo endogeno"
di Elisabetta Viozzi
La metropolitana di Mosca è una delle più antiche e più affollate al mondo. Non sorprende che sia stata l’obiettivo scelto dai terroristi questa mattina: le esplosioni sono avvenute a pochi minuti l’una dall’altra, quando la città era in piena ora di punta: la prima alle 07,56 ora locale (quasi le 6 in Italia), l’altra alle 08,38. Il primo attentato ha colpito la stazione di Lubyanka, che si trova proprio sotto il quartier generale dei Servizi segreti , nati sulle ceneri di quello che fu il KGB. Quaranta minuti dopo ad esplodere è la fermata Park Kulturi, stazione a poche centinaia di metri dal Cremlino e nei pressi del celebre Gorki Park, vicino alle sedi di agenzie di stampa e giornali. Stazioni centralissime e dal forte valore simbolico, non c’è dubbio. Nella capitale già aperta un’inchiesta per “atti terroristici”: secondo più fonti sarebbero state due donne kamikaze ad aver provocato le esplosioni. E’ già su internet la prima rivendicazione da parte dei terroristi separatisti ceceni, tutta da verificare. Nell’ultimo decennio la capitale russa è stata spesso nel mirino del terrorismo islamico indipendentista, ispirato dal conflitto ceceno o dall’instabilità delle repubbliche del Caucaso, ma negli ultimi anni la situazione si era calmata. Quelli di oggi sono i primi attentati a Mosca dal 2004, quando un estremista islamico proveniente dal Caucaso aveva causato più di 40 morti, sempre nel metrò. Abbiamo chiesto a Giulietto Chiesa, giornalista e profondo conoscitore dei fatti russi, perché questo improvviso riacutizzarsi della tensione. Il suo punto di vista, come sempre, non si ferma alle apparenze. Ascolta l'intervista a Giulietto Chiesa
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