Articolo 21 - Editoriali
Il Governo Monti dica si a Legge su equo compenso
di Assostampa FVG
La legge sull'equo compenso dei giornalisti freelance riprenda al più presto il suo
corso parlamentare in sede legislativa. Il richiamo dI Beppe Giulietti al Governo,
nel corso dell'audizione del sottosegretario Peluffo in Commissione Cultura della
Camera, ha riportato alla luce un progetto di legge che pareva caduto nel
dimenticatoio. Da due mesi il testo è all'esame del Governo perché dia il suo parere
definitivo. L'ampio consenso che si era registrato per una trattazione già in
commissione in sede legislativa aveva già prodotto un primo sì dal precedente
Governo. Ora è essenziale quello definitivo del Governo Monti, dal quale si attende
un atto coerente con le dichiarazioni a sostegno del lavoro oggi contrattualmente
più debole. Per i giornalisti chiamati a prestazioni da lavoro autonomo, l'equo
compenso è una misura indispensabile per introdurre nel settore misure di giustizia
retributiva e leale competizione nonché condizioni di libertà e indipendenza
professionale.
Freelance malpagati o costretti alla paura di perdere anche piccole collaborazioni
rischiano di vivere sotto pressioni ingiuste scorrette; vere e proprie condizioni di
illibertà a cui deve porre riparo la legge e su cui le parti sociali sono abilitate
e chiamate a fare la loro parte anche in materia di disciplina collettiva del lavoro
giornalistico. La legge sull'equo compenso dev'essere perciò uno degli elementi del
più ampio processo di riforma dell'editoria a garanzia del pluralismo
dell'informazione, dello sviluppo e dell'occupazione professionale regolare, sia nel
caso dei giornalisti dipendenti sia di quelli freelance.
corso parlamentare in sede legislativa. Il richiamo dI Beppe Giulietti al Governo,
nel corso dell'audizione del sottosegretario Peluffo in Commissione Cultura della
Camera, ha riportato alla luce un progetto di legge che pareva caduto nel
dimenticatoio. Da due mesi il testo è all'esame del Governo perché dia il suo parere
definitivo. L'ampio consenso che si era registrato per una trattazione già in
commissione in sede legislativa aveva già prodotto un primo sì dal precedente
Governo. Ora è essenziale quello definitivo del Governo Monti, dal quale si attende
un atto coerente con le dichiarazioni a sostegno del lavoro oggi contrattualmente
più debole. Per i giornalisti chiamati a prestazioni da lavoro autonomo, l'equo
compenso è una misura indispensabile per introdurre nel settore misure di giustizia
retributiva e leale competizione nonché condizioni di libertà e indipendenza
professionale.
Freelance malpagati o costretti alla paura di perdere anche piccole collaborazioni
rischiano di vivere sotto pressioni ingiuste scorrette; vere e proprie condizioni di
illibertà a cui deve porre riparo la legge e su cui le parti sociali sono abilitate
e chiamate a fare la loro parte anche in materia di disciplina collettiva del lavoro
giornalistico. La legge sull'equo compenso dev'essere perciò uno degli elementi del
più ampio processo di riforma dell'editoria a garanzia del pluralismo
dell'informazione, dello sviluppo e dell'occupazione professionale regolare, sia nel
caso dei giornalisti dipendenti sia di quelli freelance.
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