di Stefano Corradino
"Presenteremo un esposto alla Corte europea perchè se venisse approvato questo ddl sulle intercettazioni si configurerebbe un'autentica violazione del diritto all'informazione. Possiamo farlo subito e non c'è bisogno di aspettare l'iter italiano. Ce lo sollecitano anche le organizzazioni internazionali evidentemente preoccupate di un eventuale "contagio" nei loro paesi". Ad affermarlo, in un'intervista ad Articolo21 è il prof. Roberto Mastroianni, docente di Diritto dell'Unione Europea all'Università di Napoli.
Prof Mastroianni. Lei si sta facendo promotore di un esposto alla Corte europea per contestare il ddl intercettazioni all'esame di Camera e Senato. Perchè?
Perchè contestiamo la violazione del diritto dei giornalisti a informare e quello del pubblico a essere informato nei procedimenti penali in corso fino alla fase del processo stesso. Perchè tutto quello che avviene prima del rinvio a giudizio sarebbe coperto da un totale segreto.
Non è obbligatorio aspettare l'iter italiano prima di ricorrere a livello europeo?
No, non lo è. E nel dirlo rispondo anche alle obiezioni in tal senso emerse su alcuni giornali. Se è vero che, solitamente, l'accesso alla Corte europa dei diritti dell'uomo richieda che siano conclusi i procedimenti nazionali questo non vale ogni qualvolta la violazione viene imputata ad una legge. Un privato (un giornalista o un'associazione) non ha la possibilità di contestare una legge dinanzi a un giudice quindi se è una legge a creare la violazione del diritto (in questo caso quello all'informazione) allora il ricorso si può presentare immediatamente.
Immaginiamo per un attimo che la legge fosse entrata in vigore qualche anno fa. Cosa avrebbe comportato?
Se la legge fosse stata applicata anni fa tante puntate televisive radiofoniche e inchieste giornalistiche non le avremmo viste o lette. Dal G8 allo scandalo di questi giorni delle case dei politici... Non se ne sarebbe potuto parlare neanche per riassunto perchè tutto sarebbe stato coperto dal totale segreto.
La motivazione principale degli estensori di questo ddl riguarda il rispetto della privacy. E' un'alibi?
Quella che si vuole approvare è una palese violazione che non può essere giustificata dalla tutela della privacy. Sarebbe una disciplina troppo sbilanciata in favore della tutela della riservatezza che annullerebbe sostanzialmente il diritto all'informazione.
Come fare allora a conciliare la pubblicazione degli atti con il rispetto della privacy?
E' una questione di "proporzionalità". Si può evitare che determinate questioni di carattere privato possano uscire sui giornali? Si, si può fare. L'associazione magistrati ha proposto ad esempio di creare un'udienza nel corso del procedimento penale in cui le parti si mettono d'accordo sulla distruzione dei documenti che non servono alle indagini.
Torniamo al suo esposto. Articolo21 ha proposto, insieme a Fnsi e Usigrai di lavorare ad un ricorso collettivo in Europa per disinnescare la legge, coinvolgendo varie associazioni. Cosa ne pensa?
Penso che sia giusto lavorare insieme ad un esposto di questa natura ed è per questo che nei prossimi giorni incontrerò altri colleghi per lavorarci su. E non vedo rischi di sovrapposizioni con altre iniziative come il ricorso alla Corte Costituzionale che si può ovviamente fare ma per il quale, tuttavia, ci vuole più tempo.
La Corte europea darebbe una risposta immediata?
Immediata non si può dire perchè dipende dai tempi della Corte ma è una prima iniziativa che si può fare immediatamente mentre le altre hanno bisogno di tempi più lunghi. In ogni caso su una vicenda così delicata e di stringente attualità immagino che vorranno far presto a decidere.
Negli ultimi giorni è emerso un grande interesse su questo tema (e sull'esposto) anche delle organizzazioni internazionali dei giornalisti. Questo perchè all'estero qualcuno sente il pericolo che il "virus" si diffonda?
In effetti, da una valutazione fatta di recente sul sistema degli altri paesi, questa legge sarebbe un unicum: in nessun altro paese ci sarebbero limitazioni del genere al diritto dell'informazione. L'attenzione quindi deriva anche, effettivamente, dalla paura che un provvedimento come questo possa diffondersi...
Siamo sotto osservazione
Non da oggi e non solo per questo ddl. E' da tempo, purtroppo, che siamo sotto osservazione da parte delle organizzazioni internazionali per tutte quelle misure che rientrano nella grave anomalia del conflitto di interessi.
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