Articolo 21 - Indiscreto
La "zingarata" di Tosi
di Ugo Dinello
Ai voglia di dire: "Giustizia uguale per tutti, basta con i privilegi". Forse risulta ora inopportuno aver attaccato: "C'è chi non rispetta la legge e resta impunito, sia esso italiano o straniero". E magari sarebbe stato meglio non aggiungere: "Tutti devono rispettare le nostre leggi: non tollero zone franche", che sarebbe come dire: non fate i furbi, tanto io vi becco, italiani o stranieri, stanziali o zingari.
Insomma: era meglio se Flavio Tosi quelle frasi dall'alto della cattedra le lasciava perdere. Perché farsi poi beccare - lui sì - con l'auto in divieto di sosta, parcheggiata dove non si può grazie alla furbata di una paletta della polizia messa in bella vista, già sarebbe disdicevole per un paladino dell'inflessibilità. Ma se poi, grazie a una serie di telefonate, te la cavi senza nemmeno una multa e tu ringrazi e te ne vai, beh, era come Alberto Sordi vigile urbano alle prese con il sindaco. Anzi peggio, perché nel film almeno il sindaco una multa se la becca e la paga.
L'allarme è scattato nel pieno centro di Milano ieri (domenica) alle 18.30, tra via Montenapoleone e via Verri, una zona piena zeppa di obiettivi sensibili e per questa soggetta a speciali controlli di "polizia di prevenzione". La segnalazione arrivata dai vigili urbani alla sala radio della questura parlava di una Audi A6, con i vetri oscurati e una paletta della polizia messa in bella vista sul parabrezza, parcheggiata in zona vietata.
La targa però non risulta, la zona è piena di obiettivi che richiedono protezione: sarà mica la preparazione di un attentato?
Scattano i controlli incrociati, la macchina della sicurezza si mette in moto.
Finché dopo una ventina di minuti arriva il guidatore: Flavio Tosi. "Scusate mi dispiace - balbetta sorpreso mentre i poliziotti lo circondano - è stata una leggerezza".
E vabbè: lui ha la scorta, anche se domenica era da solo, e ha usato una paletta lasciata da un agente. Che vuoi farci, un dramma? Mannò.
E solo lui resta, mentre gli agenti chiedono istruzioni: devono sequestrare la paletta della polizia? Devono fare portare via l'auto? Possono almeno, almeno quello, multare il tipo che ha fatto il "furbetto"?
Macchè. Tosi è da solo, sì, ma si attacca al telefono: Roma, Milano, verona, qualche cellulare importante risponde.
E dopo un po', com'è venuto, così se ne va. E se ne va a bordo della sua stessa auto, vetri oscurati e paletta della polizia compresi.
La multa un vigile l'aveva anche già scritta.
Ma dopo gli accertamenti e le telefonate Tosi è stato perdonato.
Commento di un vigile: "Una multa non pagata: qui lo chiamano zingarata".
Ma questo è meglio che Tosi non lo sappia.
Ai voglia di dire: "Giustizia uguale per tutti, basta con i privilegi". Forse risulta ora inopportuno aver attaccato: "C'è chi non rispetta la legge e resta impunito, sia esso italiano o straniero". E magari sarebbe stato meglio non aggiungere: "Tutti devono rispettare le nostre leggi: non tollero zone franche", che sarebbe come dire: non fate i furbi, tanto io vi becco, italiani o stranieri, stanziali o zingari.
Insomma: era meglio se Flavio Tosi quelle frasi dall'alto della cattedra le lasciava perdere. Perché farsi poi beccare - lui sì - con l'auto in divieto di sosta, parcheggiata dove non si può grazie alla furbata di una paletta della polizia messa in bella vista, già sarebbe disdicevole per un paladino dell'inflessibilità. Ma se poi, grazie a una serie di telefonate, te la cavi senza nemmeno una multa e tu ringrazi e te ne vai, beh, era come Alberto Sordi vigile urbano alle prese con il sindaco. Anzi peggio, perché nel film almeno il sindaco una multa se la becca e la paga.
L'allarme è scattato nel pieno centro di Milano ieri (domenica) alle 18.30, tra via Montenapoleone e via Verri, una zona piena zeppa di obiettivi sensibili e per questa soggetta a speciali controlli di "polizia di prevenzione". La segnalazione arrivata dai vigili urbani alla sala radio della questura parlava di una Audi A6, con i vetri oscurati e una paletta della polizia messa in bella vista sul parabrezza, parcheggiata in zona vietata.
La targa però non risulta, la zona è piena di obiettivi che richiedono protezione: sarà mica la preparazione di un attentato?
Scattano i controlli incrociati, la macchina della sicurezza si mette in moto.
Finché dopo una ventina di minuti arriva il guidatore: Flavio Tosi. "Scusate mi dispiace - balbetta sorpreso mentre i poliziotti lo circondano - è stata una leggerezza".
E vabbè: lui ha la scorta, anche se domenica era da solo, e ha usato una paletta lasciata da un agente. Che vuoi farci, un dramma? Mannò.
E solo lui resta, mentre gli agenti chiedono istruzioni: devono sequestrare la paletta della polizia? Devono fare portare via l'auto? Possono almeno, almeno quello, multare il tipo che ha fatto il "furbetto"?
Macchè. Tosi è da solo, sì, ma si attacca al telefono: Roma, Milano, verona, qualche cellulare importante risponde.
E dopo un po', com'è venuto, così se ne va. E se ne va a bordo della sua stessa auto, vetri oscurati e paletta della polizia compresi.
La multa un vigile l'aveva anche già scritta.
Ma dopo gli accertamenti e le telefonate Tosi è stato perdonato.
Commento di un vigile: "Una multa non pagata: qui lo chiamano zingarata".
Ma questo è meglio che Tosi non lo sappia.
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