Roma, 19 gennaio 2011. I traffici di esseri umani nel nord del Sinai sono una piaga che l'Egitto si prepara ad affrontare entro il 2011, mettendo in campo un'unità speciale anti-terrorismo. "Il governo egiziano sta costituendo un corpo speciale," spiegano Roberto Malini, Matteo Pegoraro e Dario Picciau, co-presidenti del Gruppo EveryOne, "il cui obiettivo sarà quello di stroncare i traffici di esseri umani e armi. L'unità si avvale di carri armati, elicotteri e artiglieria pesante: segno che il governo egiziano ha raggiunto un accordo con Israele per una deroga agli accordi di camp David del 1978, che imponevano alle forze di sicurezza egiziane al confine l'uso di armi leggere". Intanto il sacerdote eritreo don Mussiè Zerai è entrato in contatto con un secondo gruppo di migranti prigionieri dei predoni nel Sinai. "Don Zerai ha lanciato prontamente l'allarme," spiega EveryOne, "e il nostro gruppo ha svolto indagini per identificare la località in cui i migranti africani sono detenuti. In base alle informazioni che abbiamo, il gruppo di africani comprendeva all'inizio 60 individui, partiti dal Sudan con l'obiettivo di chiedere protezione umanitaria in Israele, vista l'impossibilità di raggiungere l'Europa. I trafficanti, della tribù dei Rashaida, hanno chiesto a ognuno di loro 3000 dollari. Nel Sinai, però, il gruppo è stato diviso in due. Quello con cui siamo in contatto consta di 38 profughi, con 8 donne. Si trovano in un campo di prigionia incatenati mani e piedi, all'interno di container metallici". Il giovane prigioniero in contatto con Zerai ha offerto informazioni utili alle indagini dei difensori dei diritti umani. "Il gruppo si trova vicino al confine con Israele, nei pressi di un aeroporto utilizzato da una forza multinazionale," prosegue EveryOne. "Sono informazioni sufficienti a localizzare il luogo di detenzione: El Gorah, nel nord-est del Sinai, dove esiste una base aerea della Multinational Force and Observers (MFO). Nei pressi dell'aeroporto di El Gorah ci sono alcune proprietà dei beduini, già al centro di indagini legate al traffico di esseri umani. El Gorah è un feudo della criminalità organizzata che ha il suo centro nella vicina Al Arish, capitale del governatorato del nord del Sinai, controllata da boss palestinesi nati in Egitto insieme a membri della tribù Al Tarabin. Recenti operazioni di polizia hanno dimostrato la loro appartenenza ad Al Qaeda e i legami con Hamas e Fatah. I traffici servono a finanziare il terrorismo e questa banda - i cui membri si fanno chiamare 'gli Arabi' - è nota per le sue violente reazioni di fronte alle forze dell'ordine locali, costate la vita a molti agenti. Gli 'Arabi' fanno il bello e il cattivo tempo nei villaggi beduini intorno ad Al Arish, corrompono le forze di sicurezza e svolgono i loro traffici praticamente indisturbati. Il nostro gruppo ha ricevuto segnalazioni di altri gruppi di migranti detenuti a El Gorah all'interno di grandi tende o rinchiusi in container interrati, nascosti nei frutteti beduini per cui El Gorah è famosa. Lavorano per la banda degli "Arabi" alcuni etiopi ed eritrei, che comunicano con i profughi nella loro lingua madre. Lo schiavista eritreo assegnato dai predoni al nuovo gruppo di profughi si chiama Araya Tesfamicael". In base a queste informazioni, l'Agenzia Habeshia e il Gruppo EveryOne hanno chiesto un intervento urgente da parte del governo egiziano per liberare i migranti in mano ai trafficanti e perquisire tende e frutteti di El Gorah, dove si sospetta siano detenuti altri gruppi di africani. Le organizzazioni umanitarie hanno inoltre chiesto alle nazioni che fanno parte dell'MFO (in primis, oltre all'Egitto, Israele e Stati Uniti), alle Nazioni Unite e alle istituzioni Ue di attivare i loro strumenti diplomatici per sollecitare tale intervento urgente.
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