di Roberto Secci
“Conosco bene Rosarno perché è vicinissimo a Polistena, città nella quale sono nato: in quella zona c’è il nulla . Questi ragazzi africani che vivono lì fanno una vita terribile: lavorano duramente e in condizioni difficili. La Calabria, nell’immaginario collettivo, è la regione del mare e del sole.. a Rosarno invece in questa stagione fa freddo e questi ragazzi vanno nei campi a raccogliere arance e mandarini , non hanno la possibilità di lavarsi decentemente , non hanno bagni e vivono una vita da schiavi.
In più non hanno nessun rapporto con la popolazione se non quella di lavorare venendo pagati poco e male. Vengono anche vessati, chiamati abitualmente negri..dopo un po’ che subisci alzi la testa e succede l’irreparabile… questa storia è iniziata per una stupidata (forse?)… qualche idiota spara a questi giovani con carabine o pistole ad aria compressa ed è chiaro che non puoi sempre sopportare .. nessuno interviene a loro difesa anche se tutti sanno che molti di questi ragazzi sono clandestini.” Sono alcune della battute dell’intervista a Mimmo Carlopresi, regista, sceneggiatore e attore cinematografico italiano raccolta da Roberto Secci della redazione di Articolo 21 .
Cosa bisogna fare per uscire da questa emergenza? “Bisogna dialogare – dice Calopresti- e consentire che la politica svolga la sua funzione di mediazione di due situazioni emergenziali” .
L'INTERVISTA AUDIO A MIMMO CALOPRESTI