di Marco Bazzoni*
Oggi sono morti 3 operai, alla raffinerie Saras di Cagliari.
Ma i lavoratori morti oggi sono 4 (è morto anche un agricoltore di lanciano per il trattore che si è ribaltato).
Ieri sono morti altri 3 lavoratori, ma sono stati pochi i mezzi d'informazione a parlarne
Tutti i giorni muoiono in media 3-4 lavoratori, ma molte volte i mezzi d'informazione se ne accorgono solo quando muoiono nella solita azienda, come è successo oggi.
Io mi stringo al dolore delle famiglie dei tre operai morti e ai loro colleghi di lavoro.
Io so benissimo cosa significhi fare l'operaio (anche io lo sono).
So benissimo cosa significhi sudarsi lo stipendio (e molte volte rischiare anche la vita), per un misero stipendio da 1000/1100 euro al mese (quando va bene).
Ancora oggi c'è chi si ostina a chiamarle "morti bianche".
Come ho detto l'altra volta, Le chiamano così, perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’incidente.
Invece la mano responsabile c’è, più d’una; è la mano di chi, per ignoranza, pensa che la prevenzione e la sicurezza sul lavoro siano dei costi inutili per la sua azienda; è la mano di chi dovrebbe fare i controlli e magari chiude un occhio perché prima di tutto viene la produzione; è la mano di chi non rischia di lasciarci una mano in catena di montaggio e allora non sente vicina questa mattanza.
Chiamatele "omicidi sul lavoro".
Ecco cosa sono!
Lo so è un termine forte, ma sicuramente più realistico.
Basta col prendere in giro i familiari con il termine "morti bianche".
Cosa c'è di bianco in una morte sul lavoro?
Cosa?
Io sono stanco è stufo delle promesse da parte del mondo politico tutte le volte che ci sono queste stragi sul lavoro.
Servono fatti concreti per cambiare questa situazione, e non solo parole, che rimangono fumo che si disperde nell'aria.
Sto leggendo proprio adesso una nota di agenzia con un intervento del Ministro del Lavoro Sacconi, che dopo questa ennesima strage sul lavoro, dice che " c'è la necessità di adeguati investimenti in formazione e in informazione da parte delle imprese affinché ciascun lavoratore abbia piena consapevolezza di tutto ciò che può costituire pericolo per la sua salute".
Proprio lui mi viene a parlare di sicurezza sul lavoro, quando lo schema di decreto correttivo approvato dal Consiglio dei Ministri il 27 marzo 2009 vuole stravolgere il Dlgs 81/08, approvato dal Governo Prodi.
Lui mi viene a parlare di sicurezza sul lavoro, quando il suo Governo non ha emanato neanche uno, ripeto uno, dei 38 decreti attuativi al Testo Unico per la sicurezza sul lavoro (Dlgs 81/08).
Lui mi viene a parlare di sicurezza sul lavoro, quando lo schema di decreto correttivo, vuole introdurre la norma “salva manager”, cioè l'art 10 bis.
Se passa questa norma, non saranno più i datori di lavoro a risponderne in caso di gravi infortuni, se l'evento è imputabile ai preposti, al medico competente, ai progettisti, ai fabbricanti e ai lavoratori (comma 1, lettera d, art 10 bis).
In questo modo si elimina la possibilità di accertare la responsabilità di chi sta più in alto, in molti casi amministratore delegato e top manager.
Lui mi viene a parlare di sicurezza sul lavoro, quando il decreto correttivo dimezza la maggior parte delle sanzioni ai datori di lavoro, ma le aumenta, anche se di poco per i lavoratori.Le sanzioni erano l'unico deterrente per i datori di lavoro....
La sanzione massima per un datore di lavoro era di 15 mila euro, adesso 6400 euro.
Ci sono 3 cose fondamentali che andrebbero fatte, non fra una settimana, non fra un mese, non fra un anno, ma adesso:
1) Aumentare il personale ispettivo delle Asl (tecnici della prevenzione).I tecnici Asl sono 1849 in tutta italia con oltre 5 milioni di aziende da controllare: un controllo ogni 33 anni tanto per farsi un idea.Considerando la vita media di un'azienda che è di 15 anni, praticamente MAI.
2)Insegnare la sicurezza sul lavoro fin dalla scuole elementari, perchè gli studenti di oggi, saranno i lavoratori e gli imprenditori di domani.
E' questo il modo per aumentare la cultura della sicurezza sul lavoro, cioè insegnarla fin da bambini.
3)Pene esemplari per i datori di lavoro e i dirigenti che non rispettano la sicurezza sul lavoro: sono pochissimi i datori di lavoro che finiscono i carcere quando risultano responsabili di gravi infortuni o morti sul lavoro.
Queste cose le vado ripetendo da anni, peccato che chi è al Governo non ci vuole proprio sentire.
Quanti morti sul lavoro dovremo ancora contare, perchè si dica veramente basta (con i fatti e non con le parole) a tutti questi omicidi sul lavoro?
Ci consideriamo un paese civile ma non lo siamo.....
* Operaio metalmeccanico e Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza