di redazione
La Commissione Ambiente della Camera dei Deputati mi ha convocato in audizione. Sarà l’occasione in cui ribadirò i punti del Decreto che vanno assolutamente cambiati.
Va avanti in questi giorni il lavoro di noi rappresentanti degli enti locali per convincere anche i più riottosi che se non si apportano delle modifiche sostanziali nei punti che noi abbiamo segnalato, il Decreto sarà insufficiente nell’opera della ricostruzione che prevede.
Abbiamo notato che dopo le immediate chiusure ai nostri suggerimenti ci sono state delle aperture nella discussione. Per questo invitiamo tutti i parlamentari abruzzesi a fare fronte comune e ad ascoltare la voce di chi ha scelto, nel momento più drammatico per l’Abruzzo, non certo di andare in giro per comizi elettorali per le prossime europee, ma di spendersi per chi pena sotto le tende e negli hotel, senza più casa e normalità, per chi non ha più neppure un posto di lavoro o un’aula dove studiare o l’Università.
Il commissario Bertolaso, al quale ribadiamo stima e riconoscenza, sa di poter contare sul nostro lavoro e impegno propositivo, ma non può non riconoscere che il decreto così com’è non può funzionare. Va cambiato per il bene dei terremotati ed anche per non vanificare il suo lavoro.
I punti già ampiamente evidenziati sono: il problema dei non residenti, a cui viene negata la possibilità di ricostruire e la città ed i borghi ancor di più sono costituiti in molta parte da case di non residenti. I fondi per la ricostruzione anche delle seconde case deve essere specificato chiaramente.
Nel decreto è necessario inserire un articolo relativo alla ricostruzione di beni culturali pubblici e privati.
Per la Zona Franca Urbana è necessario un finanziamento maggiore rispetto ai 45 milioni di euro divisi per 4 anni ( poco più di 11 milioni di euro l’anno) dal Decreto. Inizialmente si era detto 45 milioni l’anno moltiplicati per 4 anni.
Non ultimi i fondi per coprire i mancati introiti degli enti locali a causa della mancata riscossione dei tributi.