Articolo 21 - Editoriali
Congresso PD: insensate interferenze esterne
di Giuseppe Giulietti
Non sono iscritto al PD perché, almeno in questa fase, non sono convinto di alcune scelte compiute in materia di diritti sociali e civili, della mancata apertura ad una vasta rete di movimenti e associazioni che rappresentano una sinstra sociale che non può essere ignorata o cancellata.
Per queste ragioni non ritengo corretto interferire nella vicenda congressuale, ma comprendo ancora meno i tentativi in atto, e non mi riferisco solo al caso Grillo, di condizionare dall’esterno quel congresso, di ridurre le primarie ad una burla, di spostare l'attenzione dall’aspro confronto politico in atto ai personalismi di varia natura.
Questo accade mentre altrove i congressi non si fanno neppure più oppure non esiste la più lontana possibilità che i vertici del partito siano contendibili.
Può piacere o no ma nessuno è in grado oggi di indicare con certezza il nome del prossimo segretario del PD e non mi pare poco in un contesto nel quale quasi tutti i congressi si limitano ad acclamare il capo di turno.
Chiunque abbia davvero a cuore le sorti dell’opposizione a Berlusconi dovrebbe smetterla di tifare per la disgregazione del PD, della sinistra radicale o dell’Idv e cominciare a lavorare per costruire un progetto di alternativa che non si realizzerà mai senza la più vasta convergenza tra tutte queste forze e la capacità di attrarre milioni di cittadini che non ne possono più di risse, di provocazioni, di scomuniche di ogni sorta.
Se il congresso del PD dovesse avere un esito negativo non sarà certo una bella notizia, neppure per quanti sperano di ricavarne un vantaggio immediato, ma lo scopriranno, a loro spese, tardi, troppo tardi.
Per queste ragioni non ritengo corretto interferire nella vicenda congressuale, ma comprendo ancora meno i tentativi in atto, e non mi riferisco solo al caso Grillo, di condizionare dall’esterno quel congresso, di ridurre le primarie ad una burla, di spostare l'attenzione dall’aspro confronto politico in atto ai personalismi di varia natura.
Questo accade mentre altrove i congressi non si fanno neppure più oppure non esiste la più lontana possibilità che i vertici del partito siano contendibili.
Può piacere o no ma nessuno è in grado oggi di indicare con certezza il nome del prossimo segretario del PD e non mi pare poco in un contesto nel quale quasi tutti i congressi si limitano ad acclamare il capo di turno.
Chiunque abbia davvero a cuore le sorti dell’opposizione a Berlusconi dovrebbe smetterla di tifare per la disgregazione del PD, della sinistra radicale o dell’Idv e cominciare a lavorare per costruire un progetto di alternativa che non si realizzerà mai senza la più vasta convergenza tra tutte queste forze e la capacità di attrarre milioni di cittadini che non ne possono più di risse, di provocazioni, di scomuniche di ogni sorta.
Se il congresso del PD dovesse avere un esito negativo non sarà certo una bella notizia, neppure per quanti sperano di ricavarne un vantaggio immediato, ma lo scopriranno, a loro spese, tardi, troppo tardi.
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