di Ottavio Lucarelli*
"Giancarlo non era un eroe, ma un giornalista". Lo ha detto quest'anno Paolo Siani al Festival del Giornalismo di Perugia parlando del fratello nel corso del premio "Una storia ancora da raccontare". Non un eroe Giancarlo, ma un giornalista ucciso dalla camorra mentre aspettava la lettera di praticantato dal direttore del Mattino. Non era un eroe Giancarlo, non sono eroi ma bravi, ottimi giornalisti, i cronisti suoi eredi che in ogni angolo della Campania lavorano tutti i giorni in territori di frontiera rischiando, subendo minacce e violenze, per raccontare la cronaca della nostra regione. Dove i clan massacrano, violentano, minacciano anche i giornalisti. E' accaduto a Rosaria Capacchione, cronista della redazione casertana del Mattino. E' accaduto ad Arnaldo Capezzuto che oggi lavora per E-Polis ma che quattro anni fa era nel quotidiano Napolipiù poi chiuso. Minacciato dai Giuliano, il noto clan del quartiere di Forcella nel centro antico di Napoli, perchè seguiva senza sosta per il suo quotidiano il processo per l'omicidio della giovanissima Annalisa Durante, massacrata da un rampollo dei Giuliano nel cuore di Forcella. Arnaldo Capezzuto non è un eroe ma uno di quei giornalisti che non mollano la presa, che non si fanno condizionare o intiimidire. Non lo hanno condizionato o intimidito i Giuliano, lui li ha denunciati, l'Ordine dei giornalisti della Campania ha deciso di costituirsi al suo fianco parte civile. E assieme abbiamo vinto, con un forte momento di emozione e grande compostezza in aula mentre il giudice Spagna leggeva il verdetto. Una sentenza in cui, oltre alla pena detentiva, si condannano i Giuliano a risarcire sia Capezzuto con 10 mila euro sia l'Ordine della Campania con ulteriori 25 mila euro. Somme che abbiamo già deciso di destinare interamente a progetti per il quartiere di Forcella. Un risultato ottenuto anche grazie alla stretta collaborazione che abbiamo avviato con l'Ordine degli avvocati il cui presidente napoletano Francesco Caia ci ha patrocinato gratuitamente assieme al consigliere penalista anziano Giuseppe Vitiello che ha ottenuto l'importante risultato di far riconoscere dal giudice il reato di violenza e non solo di minacce da parte dei Giuliano nei confronti di Arnaldo.
Cronisti di frontiera, dunque, che non sono lasciati soli qui in Campania. Con l'attuale Consiglio dell'Ordine che da due anni, dal giorno in cui si è insediato con una dirigenza fortemente rinnovata, sta lavorando per essere più vicino ai colleghi all'interno di una serie di sinergie con i pezzi sani della nostra regione. Gli avvocati, dunque, ma anche quelle amministrazioni che si distinguono per la lotta alla criminalità organizzata. E' il caso di un piccolo Comune, San Sebastiano al Vesuvio, che da due anni organizza in autunno le Giornate della legalità e che al via, nel 2007, scelse di premiare proprio Arnaldo Capezzuto come esempio di giovane cronista impegnato in un territorio di frontiera come il centro storico di Napoli. Un piccolo Comune con un sindaco e un presidente del consiglio comunale, Pino Capasso e Raffaele Aratro, particolarmente coraggiosi. Al punto che la malavita li ha presi di mira devastando una ludoteca comunale durante le Giornate della legalità 2008
E' in questo territorio che lavorano Rosaria Capacchione, Arnaldo Capezzuto e tanti altri cronisti di frontiera. E' in questo territorio che la lotta per la legalità va combattuta ogni giorno, senza tregua. Ed è anche per questa ragione che ringraziamo Articolo 21 per l'attenzione e i riconoscimenti che ha assegnato a Capezzuto e all'Ordine dei giornalisti della Campania.
* Presidente Ordine Giornalisti della Campania