di Simone Luciani
Sembrava razzismo, invece è la consueta storia di piccole illegalità e di grandi sanatorie all’italiana. Da ieri è in corso un intenso tiro al bersaglio nei confronti della Giunta e del Consiglio Provinciale di Vicenza. L’oggetto è una mozione in materia scolastica, votata all’unanimità (con un solo astenuto) da tutto il Consiglio. A leggere i giornali, sembrerebbe un provvedimento con il quale si richiede di non mandare più presidi del Sud nelle scuole del vicentino, e se possibile, di tutto il Veneto. Così, l’abitudine a rilasciare dichiarazioni su provvedimenti che non si sono letti ha preso, come al solito, il sopravvento.
In realtà, la mozione mette in luce un problema che non ha nulla a che vedere col razzismo, e che invece sottolinea quell’approssimazione e quella mancanza di rispetto delle regole tipiche delle nostre istituzioni. Come dice il testo, tutto nasce nel 2007, con un concorso ordinario per dirigenti scolastici: posti disponibili, quelli allora vacanti aumentati del 10%. Tuttavia, alcune commissioni regionali hanno la brillante idea di conferire l’idoneità a un numero ben superiore di futuri presidi (alcune regioni sono arrivate perfino al doppio). Segue, in primo luogo, una sanatoria che ha reso i presidi idonei “soprannumerari” come disponibili alla dirigenza. A chiudere il cerchio, nel giugno 2008, la reintroduzione del criterio di interregionalità (di suo non negativo), col quale è possibile lo spostamento dei dirigenti dalla regione d’appartenenza in altre zone d’Italia. L’effetto di questa combinazione di fattori è stato paradossale: quelle regioni che nel 2007 rispettarono la quota prevista dal bando hanno nel frattempo esaurito le graduatorie, ma per coprire i posti lasciati liberi dai pensionamenti non possono indire nuovi concorsi ma devono prendere i dirigenti dichiarati idonei ma non ancora collocati dalle regioni che, invece, le regole non le hanno rispettate. Morale della favola: chi nel 2007 ha svolto il concorso in una regione che ha scelto di non rispettare le regole, ha oggi possibilità di diventare preside; chi invece ha avuto la sventura di svolgere lo stesso identico concorso in regioni che, invec,e hanno avuto l’ardire di rispettare il bando, oggi il posto se lo sogna. Il Veneto, evidentemente, rientra in questa seconda categoria: di qui la mozione approvata dal Consiglio Provinciale di Vicenza.
Nella cagnara politica di questi giorni, la Lega ha ovviamente sventolato il provvedimento come uno scalpo. Ma un conto è ciò che dice la Lega, altro conto è ciò che dice la mozione.