di redazione
Monsignor Antonio Maria Vegliò, presidente del Pontificio Consiglio per i Migranti, replica alle parole del leader della Lega, Umberto Bossi, sulla tragedia al largo di Lampedusa. E probabilmente mai come oggi è opportuno riportare in silenzio le sue parole:
"E' penoso sentire politici come Bossi che, di fronte alla morte dei 73 eritrei al largo della Sicilia, invece di cercare di evitare che simili tragedie non accadano più, preferiscono sollevare polemiche pretestuose e attaccare la Chiesa cattolica". Monsignor Antonio Maria Vegliò, presidente del Pontificio Consiglio per i Migranti, replica alle parole del leader della Lega, Umberto Bossi, sulla tragedia al largo di Lampedusa.
"Di fronte a queste tragedie - dice il vescovo a 'Repubblica' - non ha senso parlare di Bossi e delle sue polemiche.
Evidentemente lui parla pro domo sua, ma come politico sembra che non abbia proprio a cuore la sorte di quei 73 morti. È penoso constatarlo. Ma la Chiesa sarà sempre dalla parte di chi soffre".
"La Santa Sede parla al mondo senza entrare in polemiche politiche e nel disastro di Lampedusa ci sono responsabilità e cause da accertare", dice mons. Vegliò a 'La Stampa'. "La Chiesa non può tacere quando vengono lesi i diritti umani - conclude - il silenzio di fronte a una simile tragedia è contrario alla nostra missione".