di Anna Scalfati
Il mancato scioglimento del comune di Fondi per mafia ha determinato un senso di stanchezza e di sfiducia in quanti avevano sperato in un atto di responsabilita’ politica da parte del Ministro dell’Interno. A otto giorni dalla conferenza stampa in cui Maroni si e’ rimangiato - possiamo dire “senza vergogna” la relazione che lui stesso aveva firmato per chiedere il commissariamento- tutti i partiti della sinistra hanno manifestato ieri , in segno di protesta, sotto Palazzo Chigi.
Ma il testa a testa tra Governo e opposizione radicalizza e trascina su un piano prettamente politico una questione, quella del comune di Fondi, che e’ e dovrebbe rimanere di tipo normativo. Come diceva mercoledi’ sera a Ballaro’ il prof Lucio Villari , sembrano saltate le regole e le parole che collegano il dibattito in corso alla verita’ dei fatti. La verita’ di Fondi e’ che il Ministro “non poteva dire quello che ha detto ”. L’esecutivo non puo’ smentire cio’ che il potere legislativo ha predisposto per la salvaguardia e la tutela dei cittadini dal fenomeno mafioso. Un salto fuori dal Parlamento che fa parte di quell’apparente senso del lecito e del legittimo che oggi caratterizza tutti gli illeciti messi in atto da politici e amministratori preoccupati di giustificare scelte opportunistiche. Una grande preoccupazione e’ nata tra le associazioni che si occupano di lotta alla mafia, l’Associazione Libera di don Luigi Ciotti in testa . Posizioni durissime sul caso Fondi sono state assunte inoltre da parlamentari di maggioranza e opposizione. La componente della Commissione Parlamentare Antimafia del PD con Walter Veltroni ha chiesto l’audizione del Ministro Maroni. Quando lui naturalmente decidera’ che e’ il momento di dare delle spiegazioni.. La vera’novita’ di questa storia e’ che il mancato scioglimento non ha provocato al momento alcun terremoto se non in casa della PDL pontina. Gia’ da un anno, prima delle elezioni amministrative nella scorsa primavera, l’on Gianfranco Conte e il sen Giuseppe Ciarrapico avevano fondato un nuovo movimento nel sud pontino denominato Nuova Area della PDL. Uno scontro frontale tra diverse anime del Partito delle Liberta’: da una parte i due parlamentari della PDL- il primo vicinissimo a Tremonti (Gianfranco Conte e’ Presidente della Commissione Finanze della Camera) e l’altro presenza storica di AN sul territorio nonche’ proprietario di numerosi giornali- dall’altra il sen.Claudio Fazzone e il Presidente della Provincia Armando Cusani. Tregua elettorale nell’aprile scorso con Fazzone che vince il primo round facendo togliere il logo della PDL dal simbolo di Nuova Area ma , la guerra all’arma bianca, sembra essere ripartita. Domenica scorsa assemblea provinciale di Nuova Area con il tema della legalita’ e la sconfessione dei signori delle tessere. Ieri sul giornale “Latina Oggi” i due esponenti di spicco della maggioranza attaccano nuovamente: “o loro, o noi”. Una strada diversa dallo scioglimento di Fondi ma che si muove nella direzione di un chiarimento politico che gli esponenti della PDL - Conte e Ciarrapico- chiedono da oltre un anno ai vertici del loro partito ma che Berlusconi ha ritenuto di archiviare la settimana scorsa liquidando ogni polemica e accontentandosi delle dimissioni del sindaco e del consiglio comunale di Fondi. C’e’ da credere comunque che non finira’ qui. Il livello degli insulti e delle acuse che i quattro, due a due contrapposti, si sono scambiati, e’ pesantissimo. Da una parte la denuncia di Conte e Ciarrapico sulla presenza della mafia e degli affari sporchi, dall’altra il sen Fazzone che con il suo braccio destro Armando Cusani se la gioca direttamente a Roma, ricorrendo al convincente argomento del consolidato pacchetto di voti raccolto alle ultime amministrative. Nuova Area intanto lavora per le regionali e si prepara a raccogliere le ceneri politiche di quello che sembra un destino segnato per il gruppo che fa capo a Fazzone.. Le indagini di due Procure Antimafia vanno avanti e il cuore pulsante della stampa locale rappresentato da “Latina Oggi” tiene viva l’attenzione dei media nazionali. La tracimazione malavitosa in atto ormai da anni nel sud pontino trova all’interno della stessa Casa delle Liberta’ una dura opposizione.
In questa dinamica l’opposizione si e’ avvalsa delle proteste del sen.Pedica (IDV), vibrate ed efficaci ma che hanno dato la possibilita’ al sen. Fazzone di difendersi millantando un attacco da parte della sinistra. Questo “oscuro” messaggio ha convinto il Premier che non era il caso di sciogliere il Comune . Almeno per la mafia e’ necessario pero’ che l’opposizione in tutte le sedi rivendichi il rispetto delle regole e delle leggi e non lasci cadere la questione Fondi che apre un pericoloso precedente nelle prassi dello scioglimento delle amministrazioni. Una forte iniziativa politica e’ vieppiu’ necessaria nel sud pontino se non si vuole far si’ che il ruolo dell’opposizione venga svolto da una parte della maggioranza all’interno della maggioranza stessa. Cosi’ come sta accadendo a Latina.
Dobbiamo veramente credere che ormai l’opposizione alla destra la fa la destra stessa? E’ una domanda che sembra inventata ma che ho sentito sussurrare da tanti, da troppi.