Articolo 21 - Editoriali
I body-scanners e quella voglia di impadronirsi dei nostri corpi
di Simone Luciani
Cos’hanno in comune l’idea di piazzare i body scanners negli aeroporti italiani, la proposta di legge sul testamento biologico, l’accanimento contro la pillola abortiva, il disegno di legge che vorrebbe vietare le protesi mammarie alle minorenni, il sepolto DDL Carfagna sulla prostituzione? Una strisciante, probabilmente inconscia volontà di questo governo e di questa maggioranza di intervenire sui nostri corpi. O quantomeno una loro bassissima considerazione. Che sia nel nome della sicurezza, dell’ordine pubblico, della “morale”, pare proprio che ogni scusa sia buona per ricordarci che le nostre facoltà sul nostro corpo sono limitate, che lo Stato (con la S maiuscola) è pronto a farlo proprio nel nome di un astratto bene comune. E, d’altronde, chi ha ascoltato l’intervento di Franco Frattini a Radio 24 sull’introduzione dei body scanners nei nostri aeroporti, non può non aver notato un’intonazione di voce non solo soddisfatta, ma quasi liberate di un peso. “La privacy delle persone è un diritto assoluto e inviolabile, ma il diritto di non saltare per aria è la precondizione di tutte le libertà.” Così ci ha indottrinato il ministro. Con un ragionamento che ha del vero. Come ha del vero che posso essere ucciso da un balordo in strada. E allora? Ci muniamo tutti di pistola e alla vista di un volto poco amico facciamo fuoco, in nome della precondizione alle nostre libertà? Si dirà: questo è un esempio estremo. Ovvio. Ma cosa penserà la donna con protesi al seno, magari dopo un tumore, sapendo che le guardie dell’aeroporto saranno presto informate della sua condizione fisica? Cosa penserà il padre di un bimbo del quale si conosceranno i dettagli del corpo (problema sollevato a Londra)? Più banalmente: ciò che porto nelle mutande, è affar mio, delle guardie dell'aeroporto o dello Stato?
Non si vuole ridurre un problema concreto e drammaticamente serio come quello del terrorismo. Tuttavia un ministro, anziché lasciarsi andare a sentenze sghignazzanti, dovrebbe porsi alcune domande: quanti sono i terroristi fermati negli aeroporti italiani dal 2001 a oggi? Non sono sufficienti a garantire la sicurezza i mezzi attualmente disponibili? Siamo sicuri che il costo (alto) di questi body scanners porti altrettanto beneficio? Eventualmente, dove dovrebbero essere installati? Ci si dovranno sottoporre tutti, o solo alcune persone sospette? E, nel caso, sospette perché? Queste macchine fanno male alla salute? Interrogativi seri, cui fa da sfondo la domanda delle domande: se il fallito attentato anziché su un aereo fosse avvenuto in una chiesa, da domani avremmo assistito a migliaia di parroci intenti a montare i body scanners vicino all’acquasantiera?
Insomma, un misto di ansia da sicurezza, improvvisazione e volontà di potenza, di cui l’ennesimo obiettivo è il corpo dei cittadini. Tanto per cambiare, il Popolo di Chissà Quali Libertà.
Non si vuole ridurre un problema concreto e drammaticamente serio come quello del terrorismo. Tuttavia un ministro, anziché lasciarsi andare a sentenze sghignazzanti, dovrebbe porsi alcune domande: quanti sono i terroristi fermati negli aeroporti italiani dal 2001 a oggi? Non sono sufficienti a garantire la sicurezza i mezzi attualmente disponibili? Siamo sicuri che il costo (alto) di questi body scanners porti altrettanto beneficio? Eventualmente, dove dovrebbero essere installati? Ci si dovranno sottoporre tutti, o solo alcune persone sospette? E, nel caso, sospette perché? Queste macchine fanno male alla salute? Interrogativi seri, cui fa da sfondo la domanda delle domande: se il fallito attentato anziché su un aereo fosse avvenuto in una chiesa, da domani avremmo assistito a migliaia di parroci intenti a montare i body scanners vicino all’acquasantiera?
Insomma, un misto di ansia da sicurezza, improvvisazione e volontà di potenza, di cui l’ennesimo obiettivo è il corpo dei cittadini. Tanto per cambiare, il Popolo di Chissà Quali Libertà.
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