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Articolo 21 - Editoriali
Eluana e il paese anormale
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di Simone Luciani

A un anno di distanza, finalmente sono messi da parte i toni incandescenti di una vicenda che ha contrapposto visioni profonde della vita fra loro inconciliabili. Chi nel mondo politico si rese protagonista di sceneggiate invereconde o di dichiarazioni improbabili ha chiesto scusa, e finalmente il governo ha scelto di incontrare il protagonista, suo malgrado, di questa vicenda: il padre della donna. Il ministro competente gli ha stretto la mano, i due si sono parlati per un paio d’ore in privato, e da quanto trapela il ministro, pur rimanendo fermo nei suoi principi, avrebbe manifestato l’intenzione di disporre approfondimenti giuridici e culturali su quanto sostenuto dalle parti avverse. A margine, è stata ricordata con rispetto e sobrietà la figura della donna.


Questo avremmo voluto leggere sui giornali di domani. Questo avrebbero dovuto raccontare le cronache dell’anniversario della fine di una vicenda di grandissimo trasporto umano e morale. Questo sarebbe successo, in un paese normale, a un anno dalla morte di Eluana Eglaro. Un anno che sarebbe potuto servire a recuperare, sia pure parzialmente, un binario di normalità, dopo deragliamenti di ogni sorta. E invece, la giornata ci riserva un ministro e la sua fida sottosegretaria che se ne partono e arrivano fino a Lecco per rendere omaggio a coloro che, senza possibilità di appello, sono state elette a bandiere della loro battaglia; non contenti, chiedono l’istituzione della ‘giornata dell’amore’ (sarà un’ossessione…) per il 9 febbraio, e infine squadernano  una irrinunciabile offerta a chi non la pensa come loro. Ovvero: facciamo una legge condivisa… basta che voi accettiate quello che vogliamo noi. Come se non bastasse, un premier (sedicente eticamente anarchico) che invia una lettera in cui si rammarica di non essere riuscito a salvare Eluana (omette, il Berlusconi, di scrivere ‘da chi’ avrebbe dovuto salvarla, e cioè da Napolitano e, soprattutto, da suo padre); a chiosa, il consueto andirivieni di dichiarazioni di sodali del premier e rappresentanti del variegato mondo cattolico tradizionalista.


Eppure, un premier che alla Costituzione risponde con i sondaggi dovrebbe sapere che, secondo l’Eurispes, l’81% degli italiani vorrebbe una legge sul testamento biologico, il 75% vorrebbe che su tale legge non fossero scritte le sciocchezze che la maggioranza ha pensato bene di ficcarci, e il 67% è addirittura favorevole all’eutanasia. Alla faccia del premier eletto dal popolo. 

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