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Articolo 21 - Editoriali
Senza Santoro scompare parte della società civile
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di Loris Mazzetti*

Tutti contro Santoro: destra, sinistra, persino i sindacati, tutti a discutere della sua buonuscita dalla Rai. La più bella che ho letto: “Un piacere fatto a Berlusconi pagato molto caro dai cittadini”. Calma. Michele Santoro non ha ancora firmato, ha semplicemente iniziato una trattativa che ritiene interessante. Assai curioso che questi fuochi d’artificio siano stati accesi da tre giornali così diversi come il Corriere della Sera, il più importante quotidiano, Libero e Il Giornale i due house organ aziendali di sua Emittenza. I tre quotidiani danno alla vicenda Santoro la stessa interpretazione: gli schei, i soldi. Superficiale, riduttiva e soprattutto volutamente forviante. Da quando Santoro è tornato in onda (per sentenza di un giudice, non va dimenticato, confermata in appello a cui la Rai è ricorsa in Cassazione rifiutando qualsiasi transazione), non ha mai avuto un lancio dal Tg2, l’editore ha brillato soprattutto per l’assenza, un direttore di rete, Liofredi, che più volte ha dichiarato che se fosse dipeso da lui Annozero non lo avrebbe messo in palinsesto. La stagione televisiva che si sta per concludere ha visto il conduttore vivere sotto tutela, obbligato a far leggere i testi prima della messa in onda, con la minaccia di dover far fronte personalmente ad eventuali cause scaturite dalle inchieste, nonostante i risultati d’ascolto, da 11 anni Santoro non riceve un aumento dello stipendio. La stessa cosa è accaduta  anche a Bruno Vespa?  Il telespettatore ha ben presente che se Santoro non andrà più in onda spariranno dalla Rai gli approfondimenti di Travaglio e di Vauro?  Sabina Guzzanti, Beppe Grillo, il Popolo Viola, la società civile che scende in piazza, le inchieste sulla Casta, sulla Cricca e sulla mafia che fine faranno?   Michele come sempre divide. In questi ultimi mesi il filo spinato ha sempre più avvolto l’informazione televisiva, prima la par condicio con la chiusura dei programmi di approfondimento, poi le intercettazioni della Procura di Trani dove risulta evidente che l’ordine di Berlusconi è quello di imbavagliare Santoro e la sua squadra. Come si può uscire da questo? Rai per una notte ha dimostrato che la tv generalista non è imbattibile e che una parte cospicua di pubblico è stanco di essere manipolato da un’informazione che fabbrica bugie. Sono certo che lì sarà il futuro. Rimaniamo con i piedi per terra e pensiamo come potrebbe diventare l’informazione televisiva e non solo senza Annozero in onda. All’ammiraglia l’accoppiata d’oro Minzolini Vespa; a Raidue Belpietro (futura new entry), Paragone e Monica Setta con Orfeo al Tg2; RaiNews24, ci  ha pensato il digitale terrestre a mescolare le carte sulla piattaforma satellitare in attesa di nuovo direttore al posto del bravo Corradino Mineo, rimane solo RaiTre e il Tg3, lì basta che Berlusconi stia fermo, ci pensa il centrosinistra a fare danni. La cosa che mi ha maggiormente sorpreso è che nessuno in cda, di fronte alla proposta del direttore Masi di trasformare il rapporto di lavoro di Santoro in un contratto quadro biennale, ufficializzando di fatto la chiusura di Annozero, abbia detto che la proposta è inaccettabile perché il conduttore rappresenta un’importante risorsa aziendale, che la sua trasmissione, leader di RaiDue, ha permesso di vincere l’ultima garanzia, che porta milioni di euro di pubblicità nelle casse bisognose della Rai. Nessuno che abbia detto che Santoro deve continuare a fare quello che ha sempre fatto, per la Rai e per i milioni di telespettatori che lo seguono tutti i giovedì. Nel mondo di Telesogno, dove il presidente del Consiglio si occupa del bene del Pese e non delle tv, dove a dirigere le reti e i tg vengono nominati i professionisti, Santoro sarebbe a capo di un canale di approfondimento informativo, Carlo Freccero non farebbe Rai4 ma Rai1 e Paolo Ruffini, per competenza, autonomia e etica aziendale, sarebbe a capo del prodotto e del palinsesto dell’intera Rai e non di un contenitore vuoto. Ma questo è, appunto, un Telesogno. 

* da "Il Fatto Quotidiano" - 20 maggio 2010

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