di Nicola Flamigni*
Per due anni i ricercatori hanno analizzato l’immigrazione irregolare in 12 paesi europei, tra cui l’Italia. I risultati mettono in discussione l’intera strategia europea portata avanti finora, mostrando che l’inasprimento delle legislazioni verso l’immigrazione irregolare, più o meno comune a tutti i paesi considerati, è segno di una politica orba, perché capace di
Inoltre, lo studio riconferma che nonostante il pensiero comune l’attraversamento irregolare delle frontiere è il modo meno frequente tramite il quale un migrante diventa irregolare. Subito dopo la permanenza nonostante il permesso scaduto (il cosiddetto “overstaying”), è da sottolineare il secondo motivo per il quale si cade nella clandestinità e cioè le lungaggini burocratiche e il sovente criptico panorama legislativo che insieme ostacolano i rilasci e i rinnovi di permessi di soggiorno di persone con tutti i requisiti per essere in regola. Il contributo passivo delle inefficienze dello stato alla produzione di irregolarità sarebbe quindi nel complesso maggiore di quello degli scafisti e trafficanti di uomini.
Sconforta sapere che solo quattro giornali in tutta Europa hanno ripreso i risultati dello studio e che la Commissione europea, pur avendo finanziato il progetto, non abbia anche pensato di divulgarli tramite comunicato stampa.
La prova che si tratti di risultati molto imbarazzanti.
*tratto dal sito www.meltingpot.org