di redazione
«Per affrontare un problema giusto, si è scelto uno strumento sbagliato». È questo il primo commento di Andrea Campinoti, Presidente di Avviso Pubblico, la rete italiana degli enti locali antimafia, in merito al DDL sulle intercettazioni approvato ieri al Senato. «Tutelare la privacy dei cittadini è un dovere che, tuttavia, va equilibrato con l’esigenza di garantire la sicurezza del Paese, il contrasto all’illegalità, alle mafie e alla corruzione. E’ necessario ribadire che le intercettazioni sono uno strumento indispensabile e fondamentale in questo senso. Un mezzo attraverso il quale magistrati e forze dell’ordine hanno prevenuto anche attentati a fedeli servitori dello Stato, oltre che a membri di gruppi criminali in lotta tra loro. Il DDL approvato ieri– continua Campinoti – suscita forti perplessità sotto un duplice profilo: quello della modalità della sua approvazione e quello di alcuni suoi contenuti. Sull’approvazione del provvedimento osservo che, ancora una volta, il Governo, nonostante sia forte di un’ampia maggioranza parlamentare, è ricorso al voto di fiducia. Un DDL come quello sulle intercettazioni, che riguarda i diritti fondamentali dei cittadini, necessita di un grande e plurale dibattito parlamentare che il voto di fiducia, al contrario, impedisce». In merito ai contenuti, per Campinoti : «Questo DDL, così com’è stato approvato, indebolisce la lotta alla criminalità organizzata, alle mafie, alla corruzione e al terrorismo. Molte indagini sulle mafie partono da quelli che i magistrati definiscono “reati spia” o “reati satellite”, come ad esempio indagini su casi di usura, estorsione, riciclaggio. Tanti processi sul terrorismo sono partiti da indagini sul favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Con questo DDL queste intercettazioni non sono più possibili. Il DDL presenta, inoltre, altre criticità – sostiene il Presidente di Avviso Pubblico – Rende farraginosa la procedura per la richiesta di intercettazione, aumenta i costi e riduce la privacy dei cittadini. Viene, altresì previsto, il trasferimento del fascicolo al tribunale del distretto, nonchè un arco temporale assolutamente incongruo alle esigenze investigative (75 giorni) e complica inspiegabilmente la procedura per chiedere la proroga dell’attività intercettiva. Di fatto, il provvedimento impedisce di realizzare le intercettazioni ambientali stabilendo che esse si possono svolgere soltanto nel luogo in cui si consuma il reato. Criticità anche sul versante della libertà di stampa – ribadisce Campinoti –. Esso limita in concreto la libertà di stampa e il diritto di cronaca laddove prevede tassativi divieti di pubblicazione oltre a rilevanti sanzioni pecuniarie per i giornalisti e gli editori, nonché il carcere in casi specifici. Inoltre, stabilire che le intercettazioni non si possono pubblicare per l’intera fase preliminare significa impedire ai cittadini di conoscere e farsi un’opinione su quanto accade nel nostro Paese».
Conclude il Presidente di Avviso Pubblico: «Il DDL va modificato sensibilmente nella fase di passaggio alla Camera dei deputati. Così com’è il provvedimento favorisce l’impunità dei criminali e dei colletti bianchi più che incentivare il rispetto della legalità da parte degli onesti, e limita il diritto dei cittadini ad essere correttamente informati su quello che accade nel proprio Paese. Avremmo desiderato che la stessa determinazione dimostrata del Governo su questo DDL – afferma Campinoti – fosse stata rivolta al DDL sulla corruzione. Quello sarebbe stato un segnale importante per i cittadini onesti che fanno quotidianamente il proprio dovere».