di Gian Mario Gillio*
L’altra sera mi è capitato nuovamente fra le mani il libro “Costruire speranza” del pastore valdese Pietro Valdo Panascia. In molti ricordano questa figura intellettuale (che molto fece per il sociale insieme a Danilo Dolci) grazie al manifesto stampato in 500 copie dal titolo “Iniziativa per il rispetto della vita” che fece affiggere per le strade di Palermo pochi giorni dopo la strage di Ciaculli del 30 giugno 1963. NON UCCIDERE si poteva leggere a caratteri cubitali sui manifesti. La comunità evangelica valdese, in questo modo, esprimeva la vicinanza e la solidarietà umana alle famiglie delle vittime e allo stesso tempo tendeva a promuovere nelle coscienze, a cominciare da quelle dei fanciulli, un’azione educativa intesa al rispetto, all’amore, alla protezione, alla salvaguardia di tutto ciò che è nella natura e d’intorno a noi ha vita. Nel libro, come dicevo, un pensiero in particolare del pastore Panascia mi ha colpito, quando rileva, era il 1991, che: «La mafia non è solo un’associazione per delinquere che ha come metodo la violenza, la sopraffazione, il delitto, è anche un costume, una forma mentis, un modo di vivere e di concepire la vita di cui dobbiamo tutti liberarci. C’è una mafia sottile, nascosta, insidiosa, sempre in agguato che consiste nel sopraffare gli altri, nell’ingannare i propri simili privandoli dei loro diritti, nel soppiantarli in ogni loro azione, nell’opprimere, nell’umiliare ed offendere i più deboli». Tra me e me pensavo alla legge bavaglio sulle intercettazioni e riflettevo… che erano certamente altri tempi ed altri esempi.
La rivista Confronti ha aderito all’iniziativa di Articolo 21 listando a lutto il proprio blog www.confrontiblog.it
*direttore della rivista "Confronti"