di Adriano Donaggio
Caso Brancher. Dice: “E’ irrituale l’intervento del Quirinale”. L' omino dela strada legge i giornali e si chiede: “e’ rituale che chi è al Governo non sappia che un ministro senza portafoglio non ha compiti amministrativi?”. Dice Brancher: “Qui c’ è qualcuno che manovra il Colle contro di me”. L’ omino che ha appena letto Repubblica ha ancora una domanda: “E’ rituale che un Ministro della Repubblica pensi che qualcuno manovri il Colle? Siamo franchi qui siamo al golpe, sarà dolce, ma golpe. Qui non occorre neanche l’ esercito. Il colle sta lì e qualcuno che sta fuori, magari seduto al tavolino del bar, attaccato al telefonino, tra un sorso di caffè e un altro, lo manovra. Pensare che un’ altissima percentuale di italiani ha una grandissima fiducia nel Presidente della Repubblica e qui invece magari si scopre che milioni di italiani non hanno capito niente. Dire che qualcuno manovra il Quirinale è come dire che il Presidente della Repubblica non ha personalità, è poco attento a quello che succede. Insomma uno che sta al Quirinale ad ascoltare la filodiffusione senza accorgersi che gli manovrano addirittura il Colle. Chissà? lo manovreranno verso nord o verso sud? Mah! Va a capire tu. Bisognerebbe chiedere a Brancher che si occupa di decentramento.
Dice ancora il Ministro: “Io sono una persona onesta e rispettosa”. Pensa l‘ omino: “vorrà intendere che rispetta anche la Presidenza della Repubblica. Ma, se è così, come fa a dire che un intervento del Quirinale è cattiveria organizzata.” Dice ancora il ministro (è molto occupato, ma parla, parla, quanto parla): “Quando dico che devo organizzare il ministero non intendo solo l’ organizzazione materiale, ma anche tutto il lavoro che devo fare. Ad esempio, stiamo scrivendo la relazione tecnica che andrà mercoledì al Consiglio dei ministri”. In poche parole i suoi avvocati, o chi per lui, non si riferivano alla organizzazione burocratica (un ministro senza portafoglio non dirige la burocrazia, un apparato burocratico non gli appartiene proprio, questo vuol dire “senza portafoglio”), si riferiva piuttosto, pare di capire, all’ organizzazione mentale. In poche parole il Ministro è uno che studia, pensa, organizza concetti, per questo ha bisogno di tempo, di essere lasciato in pace. Del resto a chi non è capitato, anche in famiglia, di interrompere qualcuno e sentirsi dire: “zitto, sto pensando” ?
L’ omino della strada capisce e non capisce (se no non starebbe nella strada, ovviamente). Si chiede: “certo che in un paese normale farebbe un po’ strano. C’ è una riunione a Palazzo Chigi, qualcuno si alza, chiede del Ministro; gli rispondono: è da un’ altra parte sotto processo”.
L’ omino della strada continua a pensare a questo ministro che è occupato a pensare. Capisce e non capisce. Continua a pensare senza venirne fuori e gli viene in mente una trasmissione di Arbore. C’ era la figura del pensatore. Andava in su e in giù per lo studio senza un sorriso, corrucciato e tutta la gente a telefonare per indovinare quello che pensava il pensatore. Cosa diceva il suo volto severo, concentrato, quasi scontroso? Niente. Mesi e mesi di telefonate senza indovinare. Poi, all’ ultima puntata, gli hanno chiesto: “Ma a cosa stai pensando?”. E lui: “Sto pensando, guarda che mi tocca fare per campare!”. Così continua a pensare l’ omino della strada. Capisce e non capisce, ma anche si consola: “in fondo sto pensando . . . proprio come il ministro”.