Articolo 21 - Editoriali
Piazza Navona 1 luglio, è l'Italia che reagisce
di Tania Passa
A definire quel confine, oltrepassato il quale ,si va dalla semplice somma di individui ad una comunità culturale non ci sono molte parole, ma forse il concetto che meglio traduce l'evento è quello di ' sinergia', quando cioè l' energia che si crea tra due o molti individui, è superiore alla somma delle loro energie .
Il 1 luglio la manifestazione contro il bavaglio è stato il ritrovarsi di una comunità, persone per bene che si riconoscevano dallo sguardo con l' emozione alla gola.
Poi la mattina dopo una sinergia così, apri i giornali e ti chiedi dove sia parte della tua professione quando si tratta di raccontare un evento e comprenderne la dimensione culturale, sono andati al mare?
In questi tre lustri di berlusconismo ci sono stati giornalisti ' servi del potere' , ci sono stati 'giornalisti giornalisti' e poi ci sono stati gli 'ignavi giornalisti' .Questa è una categoria di peccatori
che, al di là della professione , Dante mise nel III girone dell'Inferno , ed è la più pericolosa oggigiorno, perché i ' servi del potere' li riconosci, i ' giornalisti giornalisti' o sono minacciati dalla criminalità e dal potere o isolati, gli ' ignavi' si confondono tra le persone per bene, e quindi il popolo gli crede
.
Nel 2010 gli ' ignavi' sono quei colleghi che, rispetto a vent'anni di potere berlusconiano, dalle redazioni non hanno mai agito né per lui né contro di lui, senza mai osare o avere una idea propria, ma limitandosi ad adeguarsi sempre, nascondendosi dietro il proprio snobismo o la propria idea di riformismo, per non sentirsi dannati.
Alcuni articoli sulla manifestazione contro il bavaglio di oggi 2 luglio( es.vedi in fondo a pag6 de IL Riformista segue dalla prima) , sono la metafora del racconto che gli 'ignavi giornalisti' hanno fatto di questo Paese, tutti i giorni per 16 anni . Poi uno si chiede perché la gente è così tollerante con un sistema che crolla, e perché neanche il letame concima più.
L'errore più grande di costoro però, sta in ciò che ignorano , per la prima volta il movimento non ha avuto un regista politico e la forza di gravità che ha fatto da collante tra le varie indignazioni va : dagli artisti ai sindacati di polizia,dagli studenti ai partigiani dell' Anpi, dai cassaintegrati agli accademici, dal dolore di lutti causati dallo Stato al dolore di lutti causati da un sistema industriale .Non è la solita forza di gravità cioè l'antiberlusconismo, ma una nuova idea del Paese, su quel palco ieri molte e molti sono andati oltre il proprio ruolo, che fossero grandi attrici o professori universitari ieri partecipavano ad un'idea dell'Italia e all'esternazione dei suoi valori. Uno dopo l'altro gli oratori che si sono succeduti hanno raccontato il motore di una Nazione diversa da quella berlusconiana, non evanescente ed inconcludente come è stata l'opposizione, ma tenace , pragmatica e piena di saperi. Quell'idea di ' noi' che tanto aspettavamo è arrivata, certo non c'è una regia politica quindi siamo senza strategia e tattica, ma la linfa culturale è nata, il progetto culturale c'è. E per quanto riguarda gli ' ignavi giornalisti', cari amici e colleghi speriamo vi riservino uno sconto di pena in Purgatorio.
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