di Roberto Natale*
"Le perquisizioni nelle redazioni dei giornali non ci piacciono, ci preoccupano e devono destare allarme in tutti quei cittadini che nei mesi scorsi hanno manifestato contro il disegno di legge sulle intercettazioni. Non abbiamo preoccupazioni a correnti alternate per gli attacchi alla libertà di informazione. Non vogliamo vedere i carabinieri nelle sedi dei giornali, di qualsiasi giornale o peggio ancora nelle case private dei giornalisti. Quanto allo “scherzo” del collega Porro, a giudicare dalle reazioni di Emma Marcegaglia il suo “umorismo” non è stato compreso: del resto viene dal vicedirettore di un giornale che, nei mesi scorsi (prima nei confronti di Dino Boffo, poi in quelli di Gianfranco Fini), aveva usato trattamenti assai poco “spiritosi”.
Quando hanno le notizie, i giornalisti le danno comunque. Se ci sono problemi giudiziari della famiglia Marcegaglia, il buon giornalista ne parla: non lo fa dipendere del fatto che i rapporti tra il Presidente di Confindustria e il governo tendano al bello o al brutto.
Anche questa vicenda mostra quanto complicati, pesanti, pericolosi per l’autonomia dell’informazione siano gli intrecci: perché Emma Marcegaglia chiama Confalonieri? E perché il suo addetto alla comunicazione Arpisella chiama Mauro Crippa, direttore generale dell’informazione Mediaset? I fatti di cui stiamo discutendo devono dare nuovo impulso a un’iniziativa che miri a risolvere i conflitti di interesse: conflitti, al plurale, perché non c’è solo quello di Berlusconi.
Se poi davvero il Presidente del Consiglio pensa di rilanciare il ddl intercettazioni, mostreremo di nuovo quella stessa determinazione che abbiamo mostrato nei mesi scorsi: noi giornalisti, insieme a quella parte grande della società italiana che non accetta bavagli. Siamo quelli che la libertà dell’informazione la difendono sempre”.
* Presidente della Fnsi. Testo delle dichiarazioni del Presidente Fnsi tratte dall’intervista Sky TG24 di questa mattina sulle perquisizioni al Giornale