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Articolo 21 - Editoriali
Sarò in piazza con Articolo 21 perché "io non ci sto"
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di Francesca Puglisi*

Sarò in piazza con Articolo 21 per difendere la Costituzione perché “io non ci sto”. Non ci sto a rassegnarmi ad un’Italia dove il futuro dei giovani è chiuso tra disoccupazione e precarietà; non ci sto ad essere rappresentata da un presidente del Consiglio che considera le donne o miti casalinghe o carne giovane da mercimonio; non ci sto a vedere la Costituzione ridotta ad un fastidioso orpello di cui fare a meno al più presto. Non e' un Paese libero quello in cui il Presidente del Consiglio irrompe di continuo in diretta televisiva e dilaga con i suoi videomessaggi. Non e' un Paese libero quello in cui il Presidente del Consiglio risponde all'invito del Capo dello Stato di andare a chiarire dai giudici con un "non ci penso proprio, mi diverto". Non e' un Paese libero quello in cui il Presidente del Consiglio denigra la magistratura.
Il declino dell’Italia sta purtroppo seguendo il declino di questo anziano signore che insiste nel truccarsi per sembrare un giovanotto.
Il Presidente Oscar Luigi Scalfaro ci mette in guardia dal tentativo di sovversione dell’ordine democratico in atto, un tentativo che non viene fatto con i carri armati, ma con le televisioni e le leggi, entrambe asservite al potere di uno solo, mentre i cittadini sono lasciati soli, sempre più spesso in situazioni di forte disagio economico e sociale che ci riportano indietro di decenni.
Ridare dignità e valore alle donne, difendere la scuola pubblica e la Costituzione sono, in realtà, la medesima battaglia, e non solo perché è stata proprio la nostra Carta a scrivere che “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso…”, ma soprattutto perché nella Costituzione c’è l’idea di una società dove il cittadino non è suddito, ma è portatore di diritti e di doveri che ne fanno il protagonista della vita civile e democratica, e dove le opportunità e il merito non sono legati alla  prostituzione del corpo e della mente, ma si conquistano con lo studio, il lavoro, l’impegno e il sacrificio, con le capacità di ciascuno esercitate liberamente e responsabilmente.
Andiamo in piazza e riappropriamoci della democrazia e della libertà. Andiamo in piazza per dire al mondo intero che gli uomini e le donne di questo Paese sono molto meglio di chi li Governa. Per questo Berlusconi si deve dimettere.

* Responsabile Scuola della Segreteria Nazionale Partito Democratico

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