di Vittorio Arrigoni*
Situazione precaria a Gaza nel giorno che doveva sancire la fine delle ostilità interpalestinesi.
Nonostante l’accordo preso da tutte le fazioni di presentarsi senza alcuna altra bandiera se non quella palestinese, i ragazzi del movimento 15 marzo che hanno dormito ieri nelle tende in piazza del monumento al Milite Ignoto, in Jundy, nel centro di Gaza city, si sono risvegliati questa mattina attorniati da migliaia di militanti con bandiere di Hamas inneggianti al governo della Striscia.
Le provocazioni sono continuate per tutta la mattina, con alcuni scontri, finchè il coordinamento del movimento dei giovani palestinesi ha deciso di lasciare la principale piazza di Gaza ad Hamas per convogliare in massa al Katabi, dinnanzi all’università Al Azam (difficile fare una stima dei partecipanti a Gaza, dove gli spiazzi sono molto ristretti, verso le 12 locali si parlava di 80 mila persone, ma l’afflusso è continuato fino ad adesso)
Migliaia di ragazzi si sono recati ordinatamente nel grosso spiazza adiacente l’università con l’intenzione di accamparsi per la notte.
Dai giovani del 15 marzo non ho udito altre parole se non un forte richiamo all’unità nazionale, e l’ormai famoso inno “il popolo chiede la fine delle divisioni”.
Verso le 14 15 e poi verso le 15 locali, di nuovo militanti pro-Hamas hanno cercato di infiltrarsi, fra la folla pacifica di giovani, ragazzi e ragazze, questa volta armati di bastoni e lanciando sassi.
Ne è nato per alcuni minuti un furibondo parapiglia che ha visto alcuni feriti.
Per ora i ragazzi sono riusciti a ricacciare indietro i militanti pro governativi dalla manifestazione.
La sicurezza interna di Hamas ha avvertito che chiunque si farà trovare per strada dopo le 5 pm sarà arrestato.
La tensione cresce mentre le ultimissime notizie dicono che il premier Haniyeh ha chiesto un colloquio di emergenza con il presidente Mahmoud Abbas.
Tutto attorno all’area della manifestazioni sono impossibili le comunicazione telefoniche.