Articolo 21 - Editoriali
Che male ha fatto questo paese per avere simili (s)governanti?
di Valter Vecellio
Pare una comica dei fratelli Marx; solo che Groucho, Chico e gli altri facevano e fanno ridere; questi qui, al contrario, deprimono, e ti chiedi: ma che male ha fatto questo paese per avere simili (s)governanti? Lasciamo perdere il fatto che viene considerato eccezionale, “epocale” il fatto che il presidente del Consiglio, accusato di reati la cui gravità non c’è bisogno di sottolineare, si presenta in aula come toccherebbe a tutti. Quello che in altri paesi è “normale” viene appunto considerato straordinario; ed è indicativo che non si colga il ridicolo, il grottesco, di supporter “cammellati”, adeguatamente forniti di acqua minerale e panino, per intonare, fuori del palazzo di Giustizia, il coretto “Meno male che Silvio c’è”.
Lasciamo perdere il fatto che viviamo una situazione dove gli avvocati del presidente del Consiglio il pomeriggio in Parlamento fanno approvare leggi e norme che la mattina dopo utilizzeranno a beneficio del loro cliente e degli amici del loro cliente in aula di tribunale, e questo viene considerato normale.
Lasciamo perdere le gravi denunce che vengono nell’ordine dal governatore della Banca d’Italia Mario Draghi, dal procuratore antimafia Nicola Gratteri, dal capo della procura di Reggio Giuseppe Pignatone, dagli rapporti della Direzione Investigativa Antimafia – e prima ancora c’era stato Roberto Saviano con la sua puntata di “Vieni via con me” che tanto ha fatto arrabbiare il ministro dell’Interno - circa le infiltrazioni e i condizionamenti della criminalità organizzata (mafia e ‘ndrangheta in particolare) in Lombardia; denunce riprese in modo sgangherato quanto si vuole da Nichi Vendola: ma certamente Roberto Formigoni (giova ripeterlo: governatore abusivo, per il numero di mandati superiori a quelli prescritti dalla legge; per la storia delle firme false alle sue liste) è l’ultimo a doversi scandalizzarsi.
Lasciamo anche perdere che incredibilmente non uno dei tanti inquilini (e quando arriverà lo sfratto sarà sempre tardi) dei vari “palazzi” di Governo sia inorridito nel sentire il vice-presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche Roberto De Mattei sostenere che i terremoti sono null’altro che un castigo divino, “voce terribile ma paterna della bontà di Dio”. Uno come questo fa rimpiangere che i manicomi siano stati aboliti.
Annotiamo appena, non foss’altro per non smarrirne la memoria, che un magistrato pacato e in nulla “estremista” come l’ex procuratore di Bolzano Cuno Tarfusser dica al “Corriere della Sera” cose che dovrebbero far arrossire dalla vergogna il ministro della Giustizia. Tarfusser ha qualche titolo per parlare: in tre anni la procura che guidava ha ridotto del 65 per cento le spese, azzerato l’arretrato, riportato in tempo reale i servizi al cittadino. E’ stato indicato come “modello di magistrato” da Angiolino Alfano e da Clemente Mastella; buone referenze, parrebbe; così il ministro degli Esteri Franco Frattini lo ha candidato a giudice della Corte Penale Internazionale all’Aja. Si può poi aggiungere che non appartiene ad alcuna delle correnti della magistratura associata. Dice dunque Tarfusser: “La politica non ha alcun interesse al funzionamento della giustizia, anzi teme una giustizia seria che funzioni. Evidentemente al governo interessa solo aggredire chi certamente anche sbagliando e avendo gravi responsabilità proprie, amministra giustizia in condizioni di estrema difficoltà”. Si obietterà: sono opinioni, rispettabili, legittime, ma sempre opinioni, e in quanto tali, confutabili, discutibili. Obiezione accolta. Ma il bello viene ora, quando dalle opinioni si passa ai fatti: “Vuole la prova? Il 30 maggio 2008 il ministro Alfano, appena insediato, mi chiese un colloquio e quindi una nota scritta su quali fossero le mie proposte per modernizzare il servizio-giustizia. Gli ho parlato. Gli ho scritto. Poi, però, non l’ho mai sentito”.
Cosa propone Tarfusser ad Alfano? Nulla di “epocale”. Semplicemente di puntare sull’organizzazione, la trasparenza, la responsabilità: “Corsi di formazione in organizzazione e management; modifica dei processi di lavoro, obsoleti rispetto a qualsiasi altra realtà pubblica o privata, adottando moderni modelli organizzativi; Carta dei Servizi e Bilancio Sociale per rendere conto in modo trasparente del servizio prestato; sblocco della riqualificazione dei cancellieri per trasformare in risorsa positiva collaboratori oggi frustrati e demotivati. Ed altre proposte grazie alle quali presto ci si renderebbe conto che un ufficio ben organizzato e motivato riesce a smaltire in tempi ragionevoli l’ordinaria amministrazione, che è il 95 per cento degli affari su cui il cittadino ci giudica”.
Consoliamoci con la Germania. Forse i Verdi non si riveleranno all’altezza dei compiti che li attendono, dopo aver vinto in un feudo tradizionale della CdU e la secca sconfitta di Angela Merkel.
Il leader dei Verdi Daniel Cohn-Bendit spiega così la sconfitta della Merkel: “In questi giorni sembra aver perso la bussola da leader, il senso del gioco politico. Non ha bussola né orientamento. Sull’atomo era per l’allungamento della vita dei reattori, poi scossa da Fukushima ha scelto la svolta. Nel caso della Libia non ha avuto orientamento, da mesi sul tema Europa, stabilità e solidarietà europea, sembra non vedere più la direzione. Si comporta come una persona di potere senza chiare scelte e visioni…”. Sembra il ritratto di Berlusconi.
Non sarebbe male se, alla prima occasione, si diventasse un po’ (solo un poco) tedeschi, e si riservasse a Berlusconi lo stesso trattamento riservato all’invidiata Merkel.
Lasciamo perdere il fatto che viviamo una situazione dove gli avvocati del presidente del Consiglio il pomeriggio in Parlamento fanno approvare leggi e norme che la mattina dopo utilizzeranno a beneficio del loro cliente e degli amici del loro cliente in aula di tribunale, e questo viene considerato normale.
Lasciamo perdere le gravi denunce che vengono nell’ordine dal governatore della Banca d’Italia Mario Draghi, dal procuratore antimafia Nicola Gratteri, dal capo della procura di Reggio Giuseppe Pignatone, dagli rapporti della Direzione Investigativa Antimafia – e prima ancora c’era stato Roberto Saviano con la sua puntata di “Vieni via con me” che tanto ha fatto arrabbiare il ministro dell’Interno - circa le infiltrazioni e i condizionamenti della criminalità organizzata (mafia e ‘ndrangheta in particolare) in Lombardia; denunce riprese in modo sgangherato quanto si vuole da Nichi Vendola: ma certamente Roberto Formigoni (giova ripeterlo: governatore abusivo, per il numero di mandati superiori a quelli prescritti dalla legge; per la storia delle firme false alle sue liste) è l’ultimo a doversi scandalizzarsi.
Lasciamo anche perdere che incredibilmente non uno dei tanti inquilini (e quando arriverà lo sfratto sarà sempre tardi) dei vari “palazzi” di Governo sia inorridito nel sentire il vice-presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche Roberto De Mattei sostenere che i terremoti sono null’altro che un castigo divino, “voce terribile ma paterna della bontà di Dio”. Uno come questo fa rimpiangere che i manicomi siano stati aboliti.
Annotiamo appena, non foss’altro per non smarrirne la memoria, che un magistrato pacato e in nulla “estremista” come l’ex procuratore di Bolzano Cuno Tarfusser dica al “Corriere della Sera” cose che dovrebbero far arrossire dalla vergogna il ministro della Giustizia. Tarfusser ha qualche titolo per parlare: in tre anni la procura che guidava ha ridotto del 65 per cento le spese, azzerato l’arretrato, riportato in tempo reale i servizi al cittadino. E’ stato indicato come “modello di magistrato” da Angiolino Alfano e da Clemente Mastella; buone referenze, parrebbe; così il ministro degli Esteri Franco Frattini lo ha candidato a giudice della Corte Penale Internazionale all’Aja. Si può poi aggiungere che non appartiene ad alcuna delle correnti della magistratura associata. Dice dunque Tarfusser: “La politica non ha alcun interesse al funzionamento della giustizia, anzi teme una giustizia seria che funzioni. Evidentemente al governo interessa solo aggredire chi certamente anche sbagliando e avendo gravi responsabilità proprie, amministra giustizia in condizioni di estrema difficoltà”. Si obietterà: sono opinioni, rispettabili, legittime, ma sempre opinioni, e in quanto tali, confutabili, discutibili. Obiezione accolta. Ma il bello viene ora, quando dalle opinioni si passa ai fatti: “Vuole la prova? Il 30 maggio 2008 il ministro Alfano, appena insediato, mi chiese un colloquio e quindi una nota scritta su quali fossero le mie proposte per modernizzare il servizio-giustizia. Gli ho parlato. Gli ho scritto. Poi, però, non l’ho mai sentito”.
Cosa propone Tarfusser ad Alfano? Nulla di “epocale”. Semplicemente di puntare sull’organizzazione, la trasparenza, la responsabilità: “Corsi di formazione in organizzazione e management; modifica dei processi di lavoro, obsoleti rispetto a qualsiasi altra realtà pubblica o privata, adottando moderni modelli organizzativi; Carta dei Servizi e Bilancio Sociale per rendere conto in modo trasparente del servizio prestato; sblocco della riqualificazione dei cancellieri per trasformare in risorsa positiva collaboratori oggi frustrati e demotivati. Ed altre proposte grazie alle quali presto ci si renderebbe conto che un ufficio ben organizzato e motivato riesce a smaltire in tempi ragionevoli l’ordinaria amministrazione, che è il 95 per cento degli affari su cui il cittadino ci giudica”.
Consoliamoci con la Germania. Forse i Verdi non si riveleranno all’altezza dei compiti che li attendono, dopo aver vinto in un feudo tradizionale della CdU e la secca sconfitta di Angela Merkel.
Il leader dei Verdi Daniel Cohn-Bendit spiega così la sconfitta della Merkel: “In questi giorni sembra aver perso la bussola da leader, il senso del gioco politico. Non ha bussola né orientamento. Sull’atomo era per l’allungamento della vita dei reattori, poi scossa da Fukushima ha scelto la svolta. Nel caso della Libia non ha avuto orientamento, da mesi sul tema Europa, stabilità e solidarietà europea, sembra non vedere più la direzione. Si comporta come una persona di potere senza chiare scelte e visioni…”. Sembra il ritratto di Berlusconi.
Non sarebbe male se, alla prima occasione, si diventasse un po’ (solo un poco) tedeschi, e si riservasse a Berlusconi lo stesso trattamento riservato all’invidiata Merkel.
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