Articolo 21 - Editoriali
A Pignataro Maggiore una strada per Siani
di redazione
In tempi brevi a Pignataro Maggiore (CE) ci sarà una strada intitolata a Giancarlo Siani, il giornalista del “Mattino” assassinato dalla cosca mafiosa Nuvoletta-Lubrano il 23 settembre 1985 a Napoli. Lo ha annunciato il sindaco Raimondo Cuccaro, rispondendo positivamente ad un appello dei giornalisti Enzo Palmesano e Davide De Stavola, a conclusione della manifestazione in ricordo di Giancarlo Siani tenutasi sabato 24 settembre 2011, nella sala consiliare del Comune di Pignataro Maggiore, nell'immobile ex proprietà Raffaele Ligato confiscato alla camorra, in via Ferdinando IV di Borbone, Polo civico “Franco Imposimato”. Alla cerimonia per l'intitolazione della strada – come ha assicurato il sindaco Raimondo Cuccaro – parteciperà il dott. Paolo Siani, fratello di Giancarlo Siani. La annunciata decisione dell'Amministrazione comunale è stata salutata con un lungo applauso dal folto pubblico intervenuto all'incontro organizzato dal blog di giornalismo investigativo “Pignatato Maggiore News”. Tutta la manifestazione, del resto, si è svolta in un clima di grande partecipazione emotiva. Nel corso del convegno, il giornalista Davide De Stavola ha sottolineato con forza che “se un giornalista non ha la schiena dritta non è un giornalista”, ricordando appunto l'esempio di Giancarlo Siani, “ucciso perché voleva raccontare la verità, dare le notizie ai lettori, senza ubbidire ai diktat delle consorterie camorristiche, politiche o politico-mafiose”. Enzo Palmesano, dal canto suo, ha svolto una complessa analisi del ruolo della famiglia mafiosa dei Lubrano di Pignataro Maggiore (imparentati con i Nuvoletta di Marano e alleati dei “corleonesi” di Luciano Liggio, Totò Riina e Bernardo Provenzano) nella decisione di uccidere Giancarlo Siani. Enzo Palmesano ha illustrato il ruolo criminale di primissimo piano di Gaetano Lubrano (morto per malattia nel 1989), marito di una cugina dei fratelli Nuvoletta (Giuseppina Orlando) e “consigliere” della potente e sanguinaria cosca di Marano di Napoli. Gaetano Lubrano (fratello del più noto Vincenzo Lubrano, morto nel 2007) partecipò alle riunioni preparatorie del vile agguato che si tennero a Marano di Napoli, nella tenuta dei Nuvoletta, unitamente agli stessi fratelli Angelo e Lorenzo Nuvoletta e ad esponenti del clan Gionta di Torre Annunziata, città quest'ultima dalla quale Giancarlo Siani fu corrispondente del “Mattino”. Palmesano ha infine ribadito che a Pignataro Maggiore – città tristemente nota come “la Svizzera dei clan” e il cui ex sindaco, Giorgio Magliocca, è dall'11 marzo 2011 in carcere con l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa - la pressione criminale è pesantissima ed è quindi necessario intensificare le indagini anti-cosche. “Basta fare un semplice giro per Pignataro Maggiore – ha denunciato Enzo Palmesano – per imbattersi in una folla di affiliati al clan Lubrano, tutti a piede libero”.
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