Articolo 21 - Editoriali
Intercettazioni, ma quale urgenza?
di Fulvio Fammoni
Le prime notizie sugli emendamenti della maggioranza al DdL intercettazioni, se confermate, ribadiscono la volontà del bavaglio alla informazione e la volontà di gettare sabbia negli ingranaggi della giustizia.
Si prevede una ulteriore stretta alla possibilità di pubblicare le intercettazioni: si conferma la norma ammazza blog, nonostante le tante dichiarazioni di governo e maggioranza; restano intatte multe e sanzioni.
Rimangono norme incredibili sulla giustizia che puntano a vanificare lo strumento intercettazioni: l'abrogazione dell'art.13 della Legge Falcone che equiparava la criminalità organizzata anche di stampo non mafioso(il centro destra vuole spiegare perché si vuole ad esempio trattare diversamente i reati contro la Pubblica Amministrazione?).
Resta la cosiddetta norma sulle intercettazioni fraudolente, così chi fosse taglieggiato e volesse fare una registrazione dei criminali che si presentano a riscuotere il pizzo dovrebbe chiedere il permesso o essere a rischio di sanzioni, siamo al ridicolo.
Resta la norma che prevede che un PM, se solo farà dichiarazioni sul procedimento a lui affidato non se svelerà segreti, può essere sostituito, così come i meccanismi più difficili e farraginosi per autorizzare le intercettazioni, accedere ai tabulati e così via.
E' del tutto evidente come in tutti questi provvedimenti non c'entra niente la privacy. Che non c'è nessuna urgenza oggettiva, la legge è infatti ferma da un anno.
Il motivo sono i problemi personali e giudiziari del premier ed è inaccettabile sia il merito dei provvedimenti che, nel momento più grave di crisi che il paese attraversa, invece di parlare di tutele del lavoro e di sviluppo, il Parlamento venga intasato da questi problemi. Per questo occorre impedire che una legge ingiusta e per tanti aspetti non costituzionale sia approvata e per questo la mobilitazione delle associazioni che fanno parte del comitato per la libertà di informazione continua con il presidio di mercoledì 5 ottobre dalle ore 17.00 al Pantheon.
Si prevede una ulteriore stretta alla possibilità di pubblicare le intercettazioni: si conferma la norma ammazza blog, nonostante le tante dichiarazioni di governo e maggioranza; restano intatte multe e sanzioni.
Rimangono norme incredibili sulla giustizia che puntano a vanificare lo strumento intercettazioni: l'abrogazione dell'art.13 della Legge Falcone che equiparava la criminalità organizzata anche di stampo non mafioso(il centro destra vuole spiegare perché si vuole ad esempio trattare diversamente i reati contro la Pubblica Amministrazione?).
Resta la cosiddetta norma sulle intercettazioni fraudolente, così chi fosse taglieggiato e volesse fare una registrazione dei criminali che si presentano a riscuotere il pizzo dovrebbe chiedere il permesso o essere a rischio di sanzioni, siamo al ridicolo.
Resta la norma che prevede che un PM, se solo farà dichiarazioni sul procedimento a lui affidato non se svelerà segreti, può essere sostituito, così come i meccanismi più difficili e farraginosi per autorizzare le intercettazioni, accedere ai tabulati e così via.
E' del tutto evidente come in tutti questi provvedimenti non c'entra niente la privacy. Che non c'è nessuna urgenza oggettiva, la legge è infatti ferma da un anno.
Il motivo sono i problemi personali e giudiziari del premier ed è inaccettabile sia il merito dei provvedimenti che, nel momento più grave di crisi che il paese attraversa, invece di parlare di tutele del lavoro e di sviluppo, il Parlamento venga intasato da questi problemi. Per questo occorre impedire che una legge ingiusta e per tanti aspetti non costituzionale sia approvata e per questo la mobilitazione delle associazioni che fanno parte del comitato per la libertà di informazione continua con il presidio di mercoledì 5 ottobre dalle ore 17.00 al Pantheon.
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