Articolo 21 - Editoriali
Malinconico, rimuovere i pregiudizi nei confronti delle cooperative. Subito un confronto con Mediaccop e i sindacati dei giornalisti e dei poligrafici
di Paolo Serventi Longhi*
“Attenti a parlare di conflitti di interesse. Chi nella società civile ha avuto delle competenze ed ha fatto la scelta di entrare nel governo, non lo ha fatto per trascinare le esperienze passate”. Parole del professor Monti che pesano come macigni ed alle quali non stentiamo a credere avendo imparato a conoscere l’onestà intellettuale del Presidente del Consiglio. Sono parole che valgono per tutti, ministri, vice ministri e sottosegretari i quali hanno quindi accettato non soltanto di rinunciare agli incarichi che ricoprivano, appunto nella “società civile”, ma anche di cancellarli dalla propria cultura personale per decidere in piena autonomia rispetto, perfino, al proprio passato.
Carlo Malinconico Castriota Scanderberg, 61 anni, di nobile lignaggio, è presidente della Federazione italiana editori giornali (Fieg) e di Audipress, l’istituto di rilevazione della vendita di quotidiani e periodici, legato alla stessa Fieg. Beh, direte voi. Qual è il problema? Malinconico si dimette da tutti gli incarichi e si dedica, autonomo e libero, al complesso mondo dell’editoria italiana, percorso da tumultuosi venti di crisi. Giusto, ma vi è una parte di quel mondo che resta perplesso e preoccupato rispetto alle prossime mosse del nuovo governo in tema di editoria e di informazione più in generale (affidata all’ottimo giornalista e ex portavoce di Ciampi quando era Capo dello Stato, Paolo Peluffo). Si tratta dei quelle migliaia di giornalisti e lavoratori amministrativi e poligrafici che operano nelle testate edite da cooperative, nei giornali di movimento, di idee, politici, religiosi. Il sottosegretario Malinconico sa bene che da mesi questo pezzo importante del pluralismo dell’informazione vive drammaticamente sulla propria pelle i tagli apportati dal governo Berlusconi-Tremonti ai contributi pubblici all’editoria. Decine di testate, come ha giustamente ricordato il segretario della Fnsi Franco Siddi, rischiano di chiudere e almeno quattromila lavoratori di restare a spasso. Il precedente governo ha tagliato drasticamente, negli anni, l’ammontare dei contributi: Per il 2010 (denari che saranno versati alle aziende titolari di un diritto soggettivo a fine 2011) è previsto un taglio “soltanto” del 10 per cento mentre per il contributo del 2011 (da corrispondere a fine 2012) si parla di una riduzione del 70 per cento circa. Le mediazioni, chiamiamole così, dell’ex sottosegretario Bonaiuti non hanno sortito alcun effetto sulle pesanti cesoie di Giulio Tremonti. Prima conseguenza è stata che le banche stanno rifiutando alle aziende i fidi senza la garanzia della conferma del contributo pubblico. Bonaiuti, di fatto, ha negato l’importanza della disponibilità delle aziende e dei sindacati (Fnsi e Cgil in testa) a discutere una riforma dei criteri per la concessione dei contributi che evitasse in futuro che si finanziassero indirettamente personaggi discutibili e giornali addirittura inesistenti come il famigerato Lavitola e il suo Avanti.
Il punto è che non più tardi di un paio di mesi fa, negli incontri promossi dal buon Bonaiuti, l’attuale sottosegretario Malinconico, nell’allora veste di presidente della Fieg, si è espresso contro qualunque sostegno pubblico all’editoria cooperativa, favorevole quindi a tagliare del tutto i contributi. Una posizione che ha determinato forti critiche dell’associazione delle cooperative (Mediacoop) e dei sindacati, e che si spiegava evidentemente con il tentativo della Fieg (che rappresenta soprattutto le aziende più forti) di spazzare via un pezzetto di concorrenza. Il sottosegretario Malinconico come si comporterà di fronte alla drammatica situazione delle aziende in questione? Noi tutti che lavoriamo nei giornali editi in cooperativa, di idee, ecc., vogliamo credere alle parole di Monti e, soprattutto, nella capacità di Malinconico di rimuovere i pregiudizi e di confrontarsi al più presto con tutti i soggetti interessati all’attuale gravissima crisi.
*direttore di Rassegna Sindacale
Carlo Malinconico Castriota Scanderberg, 61 anni, di nobile lignaggio, è presidente della Federazione italiana editori giornali (Fieg) e di Audipress, l’istituto di rilevazione della vendita di quotidiani e periodici, legato alla stessa Fieg. Beh, direte voi. Qual è il problema? Malinconico si dimette da tutti gli incarichi e si dedica, autonomo e libero, al complesso mondo dell’editoria italiana, percorso da tumultuosi venti di crisi. Giusto, ma vi è una parte di quel mondo che resta perplesso e preoccupato rispetto alle prossime mosse del nuovo governo in tema di editoria e di informazione più in generale (affidata all’ottimo giornalista e ex portavoce di Ciampi quando era Capo dello Stato, Paolo Peluffo). Si tratta dei quelle migliaia di giornalisti e lavoratori amministrativi e poligrafici che operano nelle testate edite da cooperative, nei giornali di movimento, di idee, politici, religiosi. Il sottosegretario Malinconico sa bene che da mesi questo pezzo importante del pluralismo dell’informazione vive drammaticamente sulla propria pelle i tagli apportati dal governo Berlusconi-Tremonti ai contributi pubblici all’editoria. Decine di testate, come ha giustamente ricordato il segretario della Fnsi Franco Siddi, rischiano di chiudere e almeno quattromila lavoratori di restare a spasso. Il precedente governo ha tagliato drasticamente, negli anni, l’ammontare dei contributi: Per il 2010 (denari che saranno versati alle aziende titolari di un diritto soggettivo a fine 2011) è previsto un taglio “soltanto” del 10 per cento mentre per il contributo del 2011 (da corrispondere a fine 2012) si parla di una riduzione del 70 per cento circa. Le mediazioni, chiamiamole così, dell’ex sottosegretario Bonaiuti non hanno sortito alcun effetto sulle pesanti cesoie di Giulio Tremonti. Prima conseguenza è stata che le banche stanno rifiutando alle aziende i fidi senza la garanzia della conferma del contributo pubblico. Bonaiuti, di fatto, ha negato l’importanza della disponibilità delle aziende e dei sindacati (Fnsi e Cgil in testa) a discutere una riforma dei criteri per la concessione dei contributi che evitasse in futuro che si finanziassero indirettamente personaggi discutibili e giornali addirittura inesistenti come il famigerato Lavitola e il suo Avanti.
Il punto è che non più tardi di un paio di mesi fa, negli incontri promossi dal buon Bonaiuti, l’attuale sottosegretario Malinconico, nell’allora veste di presidente della Fieg, si è espresso contro qualunque sostegno pubblico all’editoria cooperativa, favorevole quindi a tagliare del tutto i contributi. Una posizione che ha determinato forti critiche dell’associazione delle cooperative (Mediacoop) e dei sindacati, e che si spiegava evidentemente con il tentativo della Fieg (che rappresenta soprattutto le aziende più forti) di spazzare via un pezzetto di concorrenza. Il sottosegretario Malinconico come si comporterà di fronte alla drammatica situazione delle aziende in questione? Noi tutti che lavoriamo nei giornali editi in cooperativa, di idee, ecc., vogliamo credere alle parole di Monti e, soprattutto, nella capacità di Malinconico di rimuovere i pregiudizi e di confrontarsi al più presto con tutti i soggetti interessati all’attuale gravissima crisi.
*direttore di Rassegna Sindacale
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