Articolo 21 - Editoriali
"Ce la faremo perchè abbiamo radici solide"
di Bruna Iacopino
Quarant'anni di storia non si cancellano così facilmente. C'è fermezza nelle parole di Norma Rangeri e Valentino Parlato, le voci che hanno aperto la conferenza stampa convocata in redazione. Stanza piccolissima, giornalisti assiepati, un collega di Liberazione e poi Mediacoop, Articolo21 Fnsi... E una certezza ripetuta più volte nel corso degli interventi: “... non possiamo permettere che il Governo Monti riesca laddove Berlusconi non è riuscito.”
Il rischio sottolinea la Rangeri non è solo per il Manifesto, ma riguarda la libera informazione in Italia e, “di pari passo, la qualità della democrazia”.
“Qua le leggi del mercato non c'entrano affatto! Come si può invocare il libero mercato in un paese colpito da conflitto di interessi in cui la Tv mangia la maggior parte dell'offerta pubblicitaria?” Continua la direttrice della testata.
Infatti non è solo il Manifesto a rischiare la chiusura, a rischio sono anche altre testate (nazionali e locali), cooperative, non profit, di idee e di partito che possono contare su un bacino di lettori pari a 400.000, questo a causa della retroattività del taglio dei fondi stanziati per l'editoria che impedisce a molte testate, fra cui appunto il Manifesto, di chiudere i bilanci del 2011.
“Ce la faremo nonostante tutto, perchè abbiamo radici solide, perchè in 40 anni siamo stati circondati da amici e sostenitori...” La voce di Valentino Parlato arriva con fatica, ma arriva. Si farà ricorso, dice a iniziative di sottoscrizione straordinaria, “lanceremo la campagna 1.000 x 1.000, ovvero mille euro per mille lettori, per arrivare a un milione di euro e poter così ripianare i bilanci e poi ci sono i circoli territoriali, quelli che da sempre si attivano all'interno dei territori per sostenere il giornale.” Non tutto è perduto. “Lotteremo fino alla fine.” Dicono con una sola voce.
Le carte da giocare insomma rimangono molte, ma la partita è più ampia e riguarda quei fondi per l'editoria che anche oggi, da Mediacoop ad Articolo21, attraverso il portavoce Giuseppe Giulietti sono stati fortemente richiesti. “ Quello che vorremmo sapere dal Governo è che fine abbia fatto il fondo Letta? e quanti sono realmente i soldi disponibili di quel fondo... ?” E soprattutto continua Giulietti: “ Vorremmo capire perchè si continua a non voler mettere mano ad una seria riforma del settore, quale quella presentata ad esempio da Mediacoop, in maniera tale da eliminare le sacche di parassitismo e avere un principio di chiarezza? Quello che è in gioco sono i contenuti stessi dell'articolo 21 della Costituzione.”
Informazione libera come bene comune è invece il concetto ribadito da Paolo Butturini, in rappresentanza di Assostampa romana e FNSI: “ I soldi spesi per l'editoria sono soldi spesi per il bene comune.”
L'appello è dunque innanzitutto al governo, perchè si dia seguito a quanto chiesto anche dal Presidente della Repubblica e promesso anche dal Presidente del Consiglio, ma è anche un appello a lettori e simpatizzanti, perchè in questo più che mai l'acquisto del giornale è linfa vitale per la testata.
Il rischio sottolinea la Rangeri non è solo per il Manifesto, ma riguarda la libera informazione in Italia e, “di pari passo, la qualità della democrazia”.
“Qua le leggi del mercato non c'entrano affatto! Come si può invocare il libero mercato in un paese colpito da conflitto di interessi in cui la Tv mangia la maggior parte dell'offerta pubblicitaria?” Continua la direttrice della testata.
Infatti non è solo il Manifesto a rischiare la chiusura, a rischio sono anche altre testate (nazionali e locali), cooperative, non profit, di idee e di partito che possono contare su un bacino di lettori pari a 400.000, questo a causa della retroattività del taglio dei fondi stanziati per l'editoria che impedisce a molte testate, fra cui appunto il Manifesto, di chiudere i bilanci del 2011.
“Ce la faremo nonostante tutto, perchè abbiamo radici solide, perchè in 40 anni siamo stati circondati da amici e sostenitori...” La voce di Valentino Parlato arriva con fatica, ma arriva. Si farà ricorso, dice a iniziative di sottoscrizione straordinaria, “lanceremo la campagna 1.000 x 1.000, ovvero mille euro per mille lettori, per arrivare a un milione di euro e poter così ripianare i bilanci e poi ci sono i circoli territoriali, quelli che da sempre si attivano all'interno dei territori per sostenere il giornale.” Non tutto è perduto. “Lotteremo fino alla fine.” Dicono con una sola voce.
Le carte da giocare insomma rimangono molte, ma la partita è più ampia e riguarda quei fondi per l'editoria che anche oggi, da Mediacoop ad Articolo21, attraverso il portavoce Giuseppe Giulietti sono stati fortemente richiesti. “ Quello che vorremmo sapere dal Governo è che fine abbia fatto il fondo Letta? e quanti sono realmente i soldi disponibili di quel fondo... ?” E soprattutto continua Giulietti: “ Vorremmo capire perchè si continua a non voler mettere mano ad una seria riforma del settore, quale quella presentata ad esempio da Mediacoop, in maniera tale da eliminare le sacche di parassitismo e avere un principio di chiarezza? Quello che è in gioco sono i contenuti stessi dell'articolo 21 della Costituzione.”
Informazione libera come bene comune è invece il concetto ribadito da Paolo Butturini, in rappresentanza di Assostampa romana e FNSI: “ I soldi spesi per l'editoria sono soldi spesi per il bene comune.”
L'appello è dunque innanzitutto al governo, perchè si dia seguito a quanto chiesto anche dal Presidente della Repubblica e promesso anche dal Presidente del Consiglio, ma è anche un appello a lettori e simpatizzanti, perchè in questo più che mai l'acquisto del giornale è linfa vitale per la testata.
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