di Giuseppe Giulietti*
Vent’anni fa “Mani Pulite“. I soliti noti vorrebbero processare i giudici che scoperchiarono la corruzione e dedicare strade e piazze ai corrotti.
Cominceremo a diventare un paese seminormale quando le strade, le piazze, le scuole, saranno invece dedicate, ovviamente augurando loro lunga vita, a chi non accettò di piegare il capo di fronte al pessimo spirito dei tempi e non si unì all’incivile coro del : “Così fan tutti”, un coro peraltro più attivo che mai, come ha dimostrato la relazione della Corte dei Conti.
Vent’anni dopo, senza incertezza alcuna, il grazie va detto a quei giudici che onorarono e onorano la loro toga nera rispettando la Costituzione.
A quei poliziotti che hanno continuato ad arrestare i ladri, nonostante gli sia stata levata persino la benzina dalle auto.
A quegli amministratori che le mazzette non le hanno mai prese e non hanno mai detto : “A mia insaputa”.
A quei giornalisti, tanti all’inizio, poi sempre meno, che non si sono mai stancati di indagare, di raccontare i fatti, di dare memoria e informazioni sulle tangentopoli di ieri e di oggi, spesso segnate dagli stessi protagonisti, dalle medesime associazioni a delinquere.
A tutti costoro che meriterebbero le principali strade e piazze italiane, vogliamo dedicare alcune bellissime parole tratte dall’ultimo libro scritto dal Professor Maurizio Viroli: L’Intransigente, pubblicato da Laterza, e dedicate alla virtù repubblicana: “L’umiltà insidiosa del male non si vince né con la virtù timida, né con la virtù altezzosa, ma con la vecchia e sempre affidabile virtù senza aggettivi. Poche altre volte nella nostra storia abbiamo avuto bisogno, come abbiamo oggi, di uomini e donne che combattono per la libertà con fermezza e saggezza. Il grigiore si rischiara ed acquista splendore solo se riceve luce dai maestri di intransigenza morale e politica. Senza di loro, non si esce dalla palude dei servi e degli accomodanti”.