di redazione*
La loro richiesta alle istituzioni italiane e tunisine rimane invariata: "uno
scambio delle impronte digitali dei loro figli, per sapere se siano
arrivati in Italia."
E’ da circa un anno, ormai, che le famiglie chiedono di conoscere qualcosa
sulla sorte dei loto figli, partiti verso l’Europa subito dopo la
rivoluzione, e da tre mesi che si rivolgono a entrambi i paesi per chiedere
lo scambio delle impronte, unico modo per sapere se siano arrivati in
Italia e se siano all’interno di un sistema detentivo previsto dalle
politiche di governo delle migrazioni dell’Italia e dell’Unione
Europea. "Lanciano appelli, scrivono lettere ai ministri, chiedono incontri, organizzano
sit-in e portano ovunque le fotografie dei loro figli; ma mentre anche in
Italia si sta rompendo in parte il silenzio stampa su questa vicenda, i
tempi delle diplomazie continuano a reagire con le loro lentezze e le loro
indifferenze. "
Come collettivo di donne italiane e tunisine che sostengono l’appello delle
famiglie con la campagna “Da una sponda all’altra: vite che contano”
chiediamo a tutti e tutte di far sentire la propria solidarietà e di
partecipare alle mobilitazioni, ribadendo con forza che nessuno possa più
scomparire così, "in mare come nei Cie."
*Segui gli avvenimenti sul blog https://leventicinqueundici.noblogs.org/
*Le venticinque undici*
*Associazione Pontes dei Tunisini in Italia*
Per contatti: venticinquenovembre@gmail.com
Roma, martedì 21 febbraio ore 15
presso la Casa dei diritti sociali via dei Mille, 36
Conferenza stampa della delegazione delle famiglie dei migranti tunisini
dispersi