Articolo 21 - Editoriali
"Io mi chiamo Giovanni Tizian"
di Giuliano Girlando*
Quando ho scelto di aderire alla campagna per Giovanni , l'ho fatto
pensando soprattutto a cosa poteva accadere a qualsiasi giornalista che
raccontasse fatti di quotidiana malapolitica: affari cemento rifiuti ,
binomio politica e criminalità organizzata. Ci ho pensato a lungo a cosa
poteva accadermi il giorno che impugnando una penna , in questo caso un
personal computer , avessi cominciato a raccontare i fatti di quotidiana
illegalità della Provincia di Roma. Ma c'ho pensato anche il giorno che
leggendo le dichiarazioni del presidente della corte d'appello di Roma
Santacroce e del sostituto procuratore di Tivoli De Ficchy hanno lanciato
l'allarme infiltrazione criminalità organizzata nel territorio della
provincia di Roma. Cosi grazie al sito Malitalia di Enrico Fierro e Laura
Aprati ho scelto di raccontare le cose che ho visto in dieci anni di
politica a Tivoli. Era il modo migliore di sostenere Giovanni non solo per
quello che è ma per quello che fa. Così ho raccontato di storie che parlano
di acque,cemento e rifiuti. Cosa c'è a Tivoli Terme oltre l'odore dello
zolfo? Un conflitto di interessi mai sanato tra la classe dirigente e un
imprenditore. Cosa c'è nella volontà di costruire una lottizzazione di
cemento vicino ad un sito patrimonio dell'Umanità come Villa Adriana?
Accordi di campagna elettorale e non solo. Ma perchè quindi la politica non
solo è stata assente ma connivente a questi binomi e trinomi di potere.
Tutto questo non l'ho mai potuto accettare. Ma dal momento che ho
cominciato a scrivere sono arrivati i consigli non richiesti , le
telefonate anonime e gli sms e in ultimo la macchina danneggiata. Io voglio
andare avanti non voglio avere paura , paura del silenzio e dell'omertà ,
paura del non poter più informare e dire la verità sui nostri limiti e
sulle nostre debolezze. Per questo chiedo un appello alla difesa del
giornalismo senza tutela , dei freelance e dei blogger che scelgono di
raccontare i mali del paese Italia. La mafia non è solo una banda armata ,
la mafia è un modello culturale e questo modello deve essere sfidato con la
cultura , la cultura della libera informazione , la cultura dei giornalisti
giornalisti e non i giornalisti dipendenti. Io voglio andare avanti perchè
ho scelto di chiamarmi anche io Giovanni Tizian.
*blogger Malitalia e il Fatto Quotidiano
pensando soprattutto a cosa poteva accadere a qualsiasi giornalista che
raccontasse fatti di quotidiana malapolitica: affari cemento rifiuti ,
binomio politica e criminalità organizzata. Ci ho pensato a lungo a cosa
poteva accadermi il giorno che impugnando una penna , in questo caso un
personal computer , avessi cominciato a raccontare i fatti di quotidiana
illegalità della Provincia di Roma. Ma c'ho pensato anche il giorno che
leggendo le dichiarazioni del presidente della corte d'appello di Roma
Santacroce e del sostituto procuratore di Tivoli De Ficchy hanno lanciato
l'allarme infiltrazione criminalità organizzata nel territorio della
provincia di Roma. Cosi grazie al sito Malitalia di Enrico Fierro e Laura
Aprati ho scelto di raccontare le cose che ho visto in dieci anni di
politica a Tivoli. Era il modo migliore di sostenere Giovanni non solo per
quello che è ma per quello che fa. Così ho raccontato di storie che parlano
di acque,cemento e rifiuti. Cosa c'è a Tivoli Terme oltre l'odore dello
zolfo? Un conflitto di interessi mai sanato tra la classe dirigente e un
imprenditore. Cosa c'è nella volontà di costruire una lottizzazione di
cemento vicino ad un sito patrimonio dell'Umanità come Villa Adriana?
Accordi di campagna elettorale e non solo. Ma perchè quindi la politica non
solo è stata assente ma connivente a questi binomi e trinomi di potere.
Tutto questo non l'ho mai potuto accettare. Ma dal momento che ho
cominciato a scrivere sono arrivati i consigli non richiesti , le
telefonate anonime e gli sms e in ultimo la macchina danneggiata. Io voglio
andare avanti non voglio avere paura , paura del silenzio e dell'omertà ,
paura del non poter più informare e dire la verità sui nostri limiti e
sulle nostre debolezze. Per questo chiedo un appello alla difesa del
giornalismo senza tutela , dei freelance e dei blogger che scelgono di
raccontare i mali del paese Italia. La mafia non è solo una banda armata ,
la mafia è un modello culturale e questo modello deve essere sfidato con la
cultura , la cultura della libera informazione , la cultura dei giornalisti
giornalisti e non i giornalisti dipendenti. Io voglio andare avanti perchè
ho scelto di chiamarmi anche io Giovanni Tizian.
*blogger Malitalia e il Fatto Quotidiano
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