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Anemone? Per politica e tg il vero problema non è la corruzione, ma la gogna mediatica
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di DENTRO LE NOTIZIE

Anemone? Per politica e tg  il vero problema non è la corruzione, ma la gogna mediatica

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I TITOLI DEI TG DEL 13 MAGGIO 2010-
Sulla lista Anemone, i tg di prima serata  hanno attuato uno strano comportamento; Studio Aperto  ha preferito occuparsi di altro, così come Fede ha deciso di ignorarla; Il TG La 7 gli dedica la copertina, segnalando però i forti rischi di gogna mediatica, Tg1 2 Tg 2 e Tg 5 in pratica non spiegano di cosa si tratta, ma illustrano le preoccupazioni della politica che si sente attaccata. Il Tg 3 esordisce con le polemiche, ma poi, almeno lui, ci racconta qualcosa dei 400 nomi attentamente annotati dall’imprenditore dispensatore di soldi, case, favori. Ci chiediamo se i teleutenti, in una sera come questa, abbiano bisogno di un traduttore, magari i siti d’informazione o i quotidiani di oggi o di domani, per capire qualcosa di quello che sta succedendo. Di sicuro nessuno prova a spiegare o quanto meno ad approfondire che cosa sia questo nuovo sistema paludoso  popolato da corruzioni e concussioni, favori verso e tra i potenti, liste e intrecci che hanno solo un comune denominatore : determinare  aumenti delle spese dello stato e,ovviamente, i destinatari degli appalti pubblici. Di questo parliamo nel commento di stasera con Fabrizio Gatti dell’Espresso, protetto dal WWF  nella sua qualità di giornalista investigativo in quanto specie in estinzione, e comunque sotto attacco dai palazzi della politica.
Infine vi segnaliamo che non vale la pena di cercare nei tg la notizia delle tre morti sul lavoro ( due in Puglia, una in Lombardia): non ci sono.


Intervista a Fabrizio Gatti
(di Michele Cervo)
 

Fabrizio Gatti quasi tutti i telegiornali si sono occupati della vicenda Anemone, ma fermandosi  alla stretta attualità delle notizie. Nessuno Tg fino ad ora ha svolto delle analisi approfondite, nessun servizio proposto ha cercato di spiegare cosa è la corruzione oggi nel nostro paese. Tu che sei abituato a seguire attraverso le tue inchieste questi nuovi fenomeni di devianze sociali, che spiegazioni ti dai di questa sintesi. E’ obbligata per ragioni di tempo oppure c’è una volontà a non voler spiegare cosa c’è dietro alle inchieste giudiziarie sulla protezione civile o sulle case acquistate diciamo incautamente da parte di qualche ministro?
“Credo che il 90 per cento dei Tg nazionali, sia della Rai, sia di Mediaset, sono in questa fase storica un’emanazione della politica. E poiché la politica non ha mai trattato questo argomento, se non quando Angelo Balducci ed alcuni suoi collaboratori sono stati arrestati. Ebbene è normale, normale, anzi scandaloso, ma comunque non mi meraviglia che i telegiornali non ne parlano. Un esempio:la prima inchiesta dell’Espresso che ho fatto il 23 dicembre 2008, quindi siamo a un anno e mezzo fa, ma per quasi un anno e due mesi, non se n’è mai parlato nemmeno in Parlamento. Né da parte della maggioranza, né da parte dell’opposizione”. 

Fabrizio questi fatti di corruzione hanno una tipologia diversa rispetto ai precedenti ?
“La corruzione è sempre corruzione, il codice penale non è cambiato, cambiano i meccanismi. Io credo che la differenza rispetto al periodo di tangentopoli è essenzialmente dovuta a un fatto: allora c’era la possibilità di fare indagini in forze, c’era un grande consenso da parte dei cittadini e la procura di Milano e poi via via le altre procure italiane che hanno aperto indagini per la corruzione, avevano anche molti mezzi a disposizione. Nella situazione attuale abbiamo visto addirittura che il procuratore aggiunto di Roma è stato indagato e rimosso dal suo incarico. Quindi  una procura importantissima come quella di Roma non era forse nelle migliori condizioni per indagare su questo fenomeno.  E  vi stanno lavorando due piccole procure che hanno mezzi a disposizione proporzionali alle loro dimensioni. Quindi probabilmente le principali differenze dei meccanismi sono dovuti al fatto che non si è ancora arrivati in fondo al fenomeno. L’aspetto che mi stupisce sempre è il fatto che io, anche quando mi sono infiltrato nei cantieri del G8 alla Maddalena, ho scoperto legami diretti tra il soggetto attuatore, Angelo Balducci,  e una delle imprese che avevano ricevuto gli appalti più ricchi, cioè la famiglia Anemone.  Ed ho scoperto questi legami diretti d’affari con delle semplici visure camerali. Se pensiamo alle difficoltà che hanno avuto i magistrati di Milano negli anni ’90  per trovare le società offshore in Lussemburgo o in altri paradisi fiscali, questa è la prima differenza che salta all’occhio. Dobbiamo solo chiederci se questa è utilità o un sentimento di impunità diffusa. Io mi do una risposta e penso che questa sia la seconda”.  

Secondo te ci sono soluzioni per uscire da questo stato di corruzione che ricordiamolo, mangia parecchie risorse pubbliche.
“C’è una soluzione culturale che è quella di battere strada per strada, scuola per scuola, e spiegare ai cittadini che la corruzione può sembrare una scorciatoia, ma è un peso per tutti quanti. E la prima persona che mi viene in mente è Gherardo Colombo che ha lasciato la magistratura e sta facendo proprio questo lavoro. Quindi questa è la prevenzione, la formazione culturale del paese. Ma d’altra parte serve  per chi ha sgarrato anche un deterrente di repressione. E’ chiaro che se una corruzione grave, come quella che ha portato alla vicenda della scuola dei marescialli di Firenze,  si risolve con un processo immediato, e tre mesi di detenzione, probabilmente i funzionari che sono disponibili a cedere alla corruzione mettono in conto anche questo aspetto che è relativamente, se non hanno nessuna remora di tipo etico, un costo ridicolo rispetto ai danni procurati. Mi viene in mente un altro caso altrettanto grave. Un assessore molto importante della giunta di Milano, Piergianni Prosperini, che essendo stato pizzicato a utilizzare gli uffici della regione per traffici personali con alcuni paesi africani e anche per aver utilizzato soldi regionali per spot privati è stato condannato a tre anni e sei mesi e di questo però sicuramente sconterà molto poco. Non quella breve detenzione preventiva, come custodia cautelare, che è stata fatta al momento delle indagini. Credo che con la trasformazione del codice di procedura penale avvenuta da quando Silvio Berlusconi è salito al governo, anche con il consenso dell’opposizione, ebbene con quello abbiamo annacquato molto gli strumenti per reprimere questo reato grave che pesantemente grava su tutti i cittadini”.  

 

 

 

 

 


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