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De Magistris presenta ‘Assalto al Pm’. La storia di un cattivo magistrato
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di Nello Trocchia

De Magistris presenta ‘Assalto al Pm’. La storia di un cattivo magistrato

Coincidenze, nomi che ritornano, lo stesso sistema corruttivo che si offre nuovamente in tutta la sua evidenza: consulenze, incarichi, scambi di favore. La rete della cricca somiglia alla trama oscura che emergeva dalle inchieste Poseidone e Why not, sottratte all’ex pm Luigi De Magistris. “ Sono moliti i nomi finiti nell'inchiesta  sulla protezione civile, ma che erano presenti anche nelle indagini che ho condotto e che mi sono state, ingiustamente, strappate". Indagini che de Magistris ripercorre, così come l’isolamento, l’ispezione ministeriale, il procedimento disciplinare del Csm, nel suo libro ‘Assalto al pm’, edizioni Chiarelettere. Un libro da leggere per capire che, oggi, il tritolo non serve più per fermare inchieste scomode che smascherano reti affaristiche bipartisan.
L'ex pm, oggi europarlamentare, racconta la sua incredibile storia nel libro con prefazione di Marco Travaglio, postfazione di Antonio Ingroia. " Mi hanno etichettato come cattivo magistrato quando ho iniziato a indagare su fatti assolutamente identici a quelli  della protezione civile connection: stessi contesti, stessi metodi corruttivi, anche stessi nomi con l'aggravante della presenza del crimine organizzato. Quando ho toccato quei fili trasversali, un sistema di potere, in parte palese e in parte occulto, si è unito prima strappandomi, illegalmente, quelle inchieste
, e poi trasferendomi e togliendomi le funzioni di pubblico ministero".
 Il libro ripercorre anche lo scontro, ribattezzato guerra tra procure, tra la procura di Salerno e quella generale di Catanzaro rimettendo ordine e chiarendo l'illegittimità del contro-sequestro operato dai magistrati calabresi. Un caso che ha provocato anche il trasferimento dei magistrati di Salerno(Luigi Apicella, Gabriella Nuzzi, Dioniso Verasani), rei di aver fatto il loro dovere. Sullo sfondo cammina una domanda: perché molti dei politici, magistrati coinvolti nella vicenda e indagati per vari reati restano beatamente al loro posto? Che credibilità hanno le istituzioni di garanzia, Csm in testa, che alla fine hanno colpito prima de Magistris e poi i magistrati di Salerno, sulla cui correttezza si sono espressi vari tribunali, prima quello del Riesame e poi il Gip di Perugia. Il grumo di potere che si muoveva in Calabria, fondato sullo sperpero del danaro pubblico e su una cricca affaristica, ha tagliato i ponti e fatto terra bruciata intorno al magistrato, sostenuto solo dalla società civile e da uno sparuto numero di colleghi. C'era chi aveva anticipato tutto, previsto l'epilogo della vicenda. Si tratta di Giuseppe Chiaravalloti coinvolto in varie inchieste di de Magistris, e attualmente sotto processo a Salerno per corruzione. Chiaravalloti, ex magistrato, ex presidente della regione Calabria e ora vicepresidente dell'autorità garante della privacy, nel 2005 al telefono alla sua segretaria parlava di de Magistris: " Questo è un pagliaccio, insomma. Ha scomodato un sacco di gente, ha dato fastidio ad un sacco di gente, clamore mediatico. Se Dio vuole che le cose vadano come devono andare...lo dobbiamo ammazzare? No, gli facciamo cause civili per risarcimento danni e ne affidiamo la gesione alla camorra napoletana(...) Ma c'è quel principio(...) a ogni azione corrisponde una reazione...Siamo così tanti ad avere subito l'azione che, quando esploderà, la reazione sarà adeguata!".

Ascolta l'intervista a Luigi de Magistris

Ascolta l'intervista video


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