di Daniela De Robert
L’Italia ha superato la soglia dei 60 milioni di residenti. Ce lo ha detto l’Istat poche settimane fa, presentando il bilancio demografico relativo ai primi undici mesi del 2008, aggiungendo che a far crescere l’Italia è stata la componente migratoria, con una “intensità” crescente e in misura pressoché “esclusiva”. Senza di loro, secondo l’Istat, la popolazione residente non supererebbe i 55.500.000. In altre parole, degli attuali 60 milioni di italiani quasi 4 milioni e mezzo sono stranieri, e tra questi oltre 500 mila hanno acquisito la cittadinanza italiana.
Non basta. Un bambino su dieci nato in Italia - il 10,3% - ha entrambi i genitori stranieri, mentre ha almeno un genitore straniero il 14.3% dei nuovi nati. E le classi si colorano sempre più. Oltre mezzo milione di studenti non italiani che siedono nei banchi accanto ai nostri figli. Dieci anni fa erano appena 70 mila e la loro crescita è in costante aumento.
Insomma, stando ai fatti, l’Italia è sempre più multietnica: dalle culle, passando per le scuole elementari, medie e superiori, per arrivare fino al lavoro. Aumenta infatti anche il “Pil degli stranieri”. Lo dice l’Unioncamere, secondo cui il contributo degli immigrati alla ricchezza nazionale è pari al 9,2%.
Insomma, in poche parole, possiamo dire che l’Italia è multietnica.
Eppure il presidente del consiglio lo ha detto chiaro: “No all’Italia multietnica”. Per questo respingiamo a rischio della loro vita i migranti che intercettiamo in mare aperto, in condizioni di salute spesso drammatiche. Vogliamo che l’Italia sia degli italiani.
Peccato che non sia più così da anni.