di Antonio Di Pietro
Il discorso di Cinisello Balsamo di Silvio Berlusconi sara' ricordato come l'inizio della fine. Un discorso delirante, di un uomo decadente e al capolinea.
I suoi telegiornali oramai riescono a coprirlo solo con il popolo di Emilio Fede. Una fatta della popolazione ancora grande ma in via di estinzione con la Rete, per fortuna.
La contestazione, per un politico, fa parte della piazza, non può essere soppressa, anzi con questa si deve dialogare.
Quando si arriva a comizi blindati dalle forze dell’ordine, utilizzate per reprimere manifestazioni di democrazia come la contestazione, allora si è al capolinea. E bisogna “scendere dal tram”, prima che nel Paese nascano forme di eversione frutto di intolleranza verso chi governa.
Silvio Berlusconi non è più un politico, non è più un uomo del popolo, né delle istituzioni.
E’ circondato da paure, da paranoie, ora verso i giornalisti spioni, ora verso il suo avvocato, ora verso i suoi lacchè cospiratori, ora verso i cittadini comunisti.
E’ il tracollo inevitabile di un uomo che ha fondato il suo potere sul clientelismo economico e sessuale, e che inevitabilmente deve molto a molti.
Un ricattabile e ricattato che ha costruito una politica fragile nei contenuti, lontana dalla gente e dai problemi dell’Italia.
Non possiamo tenerci un Presidente del Consiglio che, per una notte di sesso a pagamento, il giorno delle elezioni del presidente degli Stati Uniti d’America lascia ad aspettarlo invano 500 ospiti della fondazione Italia-Usa e l’ambasciatore americano Ronald Spogli.
Le vicende private del signor Berlusconi non sono più private, ma danneggiano gli italiani.