di Nello Trocchia
Pochi giorni fa avevamo scritto della lettera rinvenuta nel febbraio del 2005 in un locale di Massimo Ciancimino e indirizzata a Silvio Berlusconi. Questa mattina nel processo d'appello in corso a Palermo a carico di Marcello Dell'Utri, condannato a 9 anni in primo grado per concorso esterno in associazione mafiosa, sono emerse novità importanti. Il procuratore generale Antonino Gatto ha chiesto di acquisire la documentazione, tra cui la lettera, e di inserirla tra gli atti del processo. Il pg ha anche chiarito che nell'ultimo interrogatorio reso alla procura della repubblica (il 30 giugno e il primo luglio) Massimo Ciancimino, il figlio di Vito( ex sindaco di Palermo e condannato per mafia), ha riferito di aver ricevuto quella lettera personalmente nella villa di San Vito Lo Capo di Pino Lipari, alla presenza di Bernardo Provenzano, alias Lo Verde, indirizzata a Marcello Dell'Utri. Massimo Ciancimino portò la lettera al padre Vito.
Massimo Ciancimino si è detto terrorizzato perché ' è una cosa più grande di me' e ha detto di avere copia di quella lettera tra le sue carte personali, ma di avere la copia integra e non strappata, come quella ritrovata.
"L'acquisizione di quella lettera agli atti del processo - ha chiarito il Pg - è importante perché dimostrerebbe il perdurare dei rapporti tra la mafia e l'imputato anche in tempi più recenti". La Corte si è riservata di decidere sia sull'acquisizione della documentazione che sulla richiesta di ascoltare Massimo Ciancimino. Prossima udienza fissata per il 17 settembre prossimo.
Riproponiamo l'articolo e la ricostruzione prima di questi nuovi elementi.
Oltre gli scandali, il sesso, le escort, Noemi e D'Addario, c'è una notizia che viaggia sotto traccia e domande non poste: Berlusconi è ricattabile dalla mafia? E' sceso in campo per le minacce subite? E la lettera è mai arrivata a destinazione?
La d.d.a. di palermo ha trasmesso una lettera(risalente ai primi anni '90) ai giudici della Corte d'appello davanti ai quali si svolge il processo a Massimo Ciancimino, figlio di Vito ex sindaco di Palermo e condannato per mafia.
Nella lettera, sequestrata fra le carte personali di Vito Ciancimino, si legge: " Richieste all'on.Berlusconi di mettere a disposizione una delle sue reti televisive'. Nel testo, incompleto perche' la prima parte e' stracciata, emerge, pero', l'intimidazione legata al fatto che se non si fosse dato corso alla richiesta avanzata ci sarebbe stato 'il luttuoso evento' il rapimento di uno dei figli di Berlusconi.
Il quotidiano inglese l'Independent ha scritto un articolo e ascoltato il procuratore aggiunto Antonio Ingroia che ha riferito al giornale: " Non solo credo che sia possibile che Berlusconi sia entrato in politica per questa ragione, credo sia probabile".
'La mossa (dell'ingresso in politica di Berlusconi) - scrive il giornale - e' spesso attribuita ai timori che politici di sinistra potessero nazionalizzare il suo impero televisivo. Ma le nuove rivelazioni delle minacce della Mafia fanno emergere altre ragioni: la protezione e la sicurezza offerte a chi ricopre alte cariche'.
Nell'articolo si legge che, alla domanda, delle motivazioni dietro l'interesse di Cosa nostra per un canale televisivo, Ingroia ha affermato: 'Credo che volessero un canale che screditasse i magistrati e le loro indagini'.
Ora la d.d.a. lavora per capire l'autore di quella lettera da ricercare tra i corleonesi.
L'Ansa in una ricostruzione chiarisce sulla questione: "I magistrati hanno acquisito, inoltre, anche una parte del rapporto del Ros dei carabinieri del 1996, in cui il mafioso-confidente Luigi Ilardo aveva detto al colonnello Michele Riccio che i boss palermitani, durante una riunione a Caltanissetta, avevano dato disposizioni 'di votare Forza Italia' e inoltre, 'avevano fatto chiaramente comprendere che i vertici palermitani avevano stabilito un contatto con un esponente insospettabile di alto livello appartenente all'entourage di Berlusconi'.
Sono stati acquisiti anche i verbali dei carabinieri del Rono di Palermo del 2004 in cui si descrivono diversi incontri nell'abitazione palermitana di Massimo Ciancimino con l'allora coordinatore regionale di Forza Italia, Gianfranco Micciche', ed il suo collaboratore Pippo Fallica".
Ma Berlusconi in campo per le minacce della mafia è una notizia o no?
Spunti di riflessione emergono anche dai decreti di archiviazione per Berlusconi e Dell'Utri, indagati negli anni '90, per concorso nelle stragi di mafia del '92-'93. I magistrati pur archiviando sottolineano la convergenza di interessi della mafia rispetto ad alcuni punti programmatici della nuova formazione politica nascente. Ecco quello che scriveva il G.i.p. di Firenze(1998) nell'accogliere la richiesta d archiviazione:
“le indagini svolte hanno consentito l’acquisizione di risultati significativi solo in ordine all’avere cosa nostra agito a seguito di inputs esterni, a conferma di quanto già valutato sul piano strettamente logico; all’avere i soggetti (Berlusconi e Dell'Utri, ndr) di cui si tratta intrattenuto rapporti non meramente episodici con i soggetti criminali cui è riferibile il programma stragista realizzato, all’essere tali rapporti compatibili con il fine perseguito dal progetto”. Concludeva tuttavia che, sebbene “l’ipotesi iniziale abbia mantenuto e semmai incrementato la sua plausibilità”, gli inquirenti non avevano “potuto trovare – nel termine massimo di durata delle indagini preliminari – la conferma delle chiamate de relato e delle intuizioni logiche basate sulle suddette omogeneità”.
E poi c'è il buon Dell'Utri con la sua condanna a 9 anni, in attesa dell'appello.