di Giuseppe Giulietti
Le considerazioni qui esposte, con grande rigore e presisione, sono sacrosante. Nessuno può pensare di archiviare quanto è accaduto in occasione della giornata inaugurale della mostra del cinema. Non sta a noi trasformarci nel tribunale, ma sarà bene che quei filmati siano esaminati con attenzione da quelli che un tempo si chiamavano responsabili dell'ordine pubblica; non dovrebbe essere difficile scoprire che sono stati compiuti errori, dovuti ad un clima, creato da giorni, teso a bloccare e a prevenire non il "disordine", ma persino la pacifica contestazione di chi non intende piegare il campo di fronte alle rovinose scelte compiute dal governo in materia di informazione, cultura, ricerca.
Per queste ragioni, se non ci saranno risposte convincenti (e sino ad ora non le abbiamo sentite) chiederemo anche in sede parlamentare l'apertura di una discussione su quanto è accaduto e che è stato giustamente sottolineato dai rappresentanti degli enti locali veneziani.
Quello che non si puo più tollerare, tuttavia, è che al danno si aggiunga anche la beffa della espulsione dai media non solo e non tanto dell'episodio specifico, quanto di tutte le questioni che sono state sollevate dalle associazioni del settore, dai movimenti dei precari dello spettacolo, da organizzazioni quali "zero punto tre". Passata la paura del boicottaggio della Festa del cinema si è forse ritenuto anche di mandare in archivio tutte le grandi questioni che continuano a travagliare l'intero settore e che non possono essere liquidate a colpi di servizio d'ordine o confinate nelle sale di convegni che puntualmente sono destinati ad essere oscurati o cancellati.
Per queste ragioni ci permettiamo di chiedere a tutti i media nazionali, dove pure non mancano le eccezioni positive, di restituire la parola anche ai rappresentatanti di tutte quelle asociazioni e di quei movimenti che rappresentano l'industria del cinema e dello spettacolo e che non possono e non debbono essere costretti a gesti eclatanti per esistere e per potersi esprimere.
Se e quando anche i lavoratori precari del settore saranno costretti a salire su qualche gru o su qualche tetto nessuno finga di meravigliarsi o di indignarsi, sarà stata la società dello spettacolo e del cinismo a costringere anche loro a scegliere l'unica strada percorribile in quella che sta diventando sempre più una repubblica presidenziale a reti unificate,con forti venature autoritarie e plebiscitarie.
Ci auguriamo che queste associazioni,a cominciare da zero punto tre, vorranno essere presenti a Roma il giorno 19 settembre per partecipare alla manifestazione per la libertà di informazione e contro ogni forma di bavaglio. In quella sede, se lo vorranno, potranno leggere il documento che hanno preparato e portare i cartelli che a Lido di Venezia sono stati considerati sgraditi e molesti.
Anche per queste ragioni - conclude Giulietti - vi chiediamo di organizzare in tutti i modi la partecipazione alla manifestazione del 19 settembre prossimo che non è solo a difesa di questo o quel giornalista (e non sarebbe poco) ma a difesa dei più alti e solenni valori della Costituzione".