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Articolo 21 - Editoriali
Marrazzo, ma va là!
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di Claudio Rossoni e Ottavia Piccolo

Caro Piero Marrazzo, oggi noi siamo andati a votare alle primarie e per riuscirci abbiamo fatto un po' di salti mortali che non stiamo a raccontarle, perché appartengono alla nostra sfera privata. Ma sul serio: ci siamo fatti il mazzo, noi. Non abbiamo rotto le scatole a nessuno, noi. A nessuno abbiamo rovinato la vita, a nessuno abbiamo bruciato nemmeno due dita di speranza.
Sfera privata! Siamo andati a votare alle primarie, ma, se questo benedetto Pd non si mette a rigare diritto, sarà stata la nostra ultima volta. Anche per colpa sua, caro Marrazzo. Sfera privata!  Magari, se le riferiranno queste parole, penserà che siamo troppo drammatici. Il tono forse, non la sostanza. La sostanza dice che siamo stanchi, che questi anni vissuti tra mille vostri giochetti stanno consumando una fetta importante della nostra vita. La nostra vita, che è questa qui e non ce n'è altre.
Facciamo la fatica di vedere un giorno dopo l'altro dominato dall'agenda di un governo inqualificabile, di vivere un giorno dopo l'altro in un Paese irriconoscibile, percorso dal malaffare, da pensieri malati, da astio e cattiveria... Ci sarebbe un lavoro lungo da fare, un lavoro molto serio che richiede abnegazione e sacrificio, un lavoro dedicato alla ricostruzione di una coscienza civile e di una solidarietà sociale irrise fin qui da questa destra. Ci sarebbe un gran lavoro da fare e spetterebbe alla sinistra. Studio, trasparenza, onestà, sobrietà. E anche un po' d'intelligenza, caro presidente della Regione Lazio. Quattro anni fa c'era un candidato presidente che si trovò circondato da spioni. Mascalzoni, volevano bruciarlo con mezzi obliqui! E quel presidente, quattro anni dopo, si caccia in una situazione che pare uno sketch del Bagaglino? Sfera privata. Ma va là! Guardi quanto male ci ha fatto. Ci ha fatto uscire di bocca le parole di Ghedini. E ciò non è bello.
Volevamo far le pulci al presidente del Consiglio, far capire ai tanti italiani vittime della sua macchina da guerra mediatica che, se si vuole stare su certe poltrone, il privato è pubblico e che un uomo ricattabile non può reggere le sorti di tutti. Ma viene da pensare, caro Marrazzo autosospeso, che lei queste nostre convinzioni le condividesse soltanto di facciata. Anzi, che le ritenesse buone per gli altri, ma se ne sentisse esentato. Tant'è vero che ha pensato di poter mentire.
"Non ti preoccupare, Natalì": queste sue parole ci costeranno care e rischieremo tutti, anche quelli seri, di essere sepolti da uno sghignazzo.

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