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Articolo 21 - Editoriali
La misoginia nel giornalismo italiano
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di Tania Passa

Questa sera Antonello Piroso terrà il consueto appuntamento settimanale di Ndp su Spatuzza.
Tre settimane fa si era prodigato a spiegarci che la confessione di Spatuzza  fosse in realtà una suggestione collettiva, tanto da cancellare senza motivazioni plausibili il servizio di Silvia Resta sulla trattativa Stato Mafia.

Essendo che Spatuzza non è una ‘ suggestione collettiva’, ma un fatto giornalistico importante questa sera  farà un approfondimento su questo. Di chiedere scusa a Silvia neanche se ne parla, né da parte sua, né da parte di La 7, ma tanto sia lui che altri stanno provvedendo ad isolarla facendola occupare di altro. Insomma una brava cronista giudiziaria non deve occuparsi di quello che sa fare, ma di corbellerie così il Direttore si sente più tranquillo.

Per la puntata su Spatuzza Piroso aveva chiamato o fatto chiamare Attilio Bolzoni, il quale in nome della coerenza morale ha spiegato che essendo stato definito ‘ di parte’ non si sentiva di dover andare in trasmissione, grazie Attilio anche per la lezione di vita che ci dai.
Gli altri invitati invece saranno in studio li vedrete stasera, sono ovviamente uomini e bravi giornalisti, ma comincio a sospettare che siano oramai anch’essi sedotti dall’apparire in televisione .
Se fosse capitato ad un uomo quello che è capitato a Silvia tutti si sarebbero indignati di più, ma per una donna non ci si indigna poi tanto e questo non è grave solo per il Paese , ma soprattutto lo è per il giornalismo italiano.
Le donne sanno capire un’attimo prima cosa accade, ed anche questo caso e la sua censura dimostra che lo aveva capito una donna, ma le donne giornaliste non sono tutelate come gli uomini e soprattutto non godono della stessa stima di cui godono gli uomini giornalisti . Quanti degli uomini stasera ospiti di Piroso chiederanno di poter vedere quel servizio e di chiedere scusa ad una collega umiliata e censurata ?
Non lo farà nessuno, un uomo non sentirà mai l’esigenza di chiedere giustizia per una donna perché in realtà l’uomo si sente superiore e non crede di dover rendere conto, anzi magari si sente il depositario della verità e quindi in dovere di raccontarla .
Forse è venuto il momento di tutelarci da sole care colleghe e di vederci tutte per ripensare al nostro ruolo in questo mestiere.
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