Articolo 21 - Editoriali
No al MedioEvo sul web
di Tania Passa
Il 2e dicembre alcuni di noi si sono ritrovati a piazza del Popolo per una protesta pacifica contro le annunciate leggi per imbavagliare il web, l’iniziativa era titolata ‘Libera rete in Libero Stato’ e ci ha visti riuniti insieme a: Pippo Civati, Alessandro Gilioli,Luisa Capelli, il Popolo Viola, Guido Scorza , Vincenzo Vita e il popolo della rete.
IL giorno dopo si è diffusa la notizia che ha completato il cerchio dei sospetti che in quella iniziativa avevamo paventato “ il controllo degli IP” ( le interviste audiovideo dell’iniziativa).
Alessandro Gilioli giornalista e blogger tra i promotori dell’iniziativa, spiegava come anche le notizie trapelate su di una possibile acquisizione di Telecom da parte di Mediaset potrebbe finalizzarsi al dominio del futuro, passando da un uomo solo al telecomando, ad un uomo solo al clicktrought .
Scrivo clicktrought poiché è quello che delinea tutti i nostri comportamenti sul web. Oggi sono utilizzati solo dal marketing pubblicitàrio, ma ripensando il domani anche in funzione del fatto che dal 1996 al 2007 molti uomini e donne di questo Paese sono stati inseriti nell' elenco dei giornalisti schedati e spiati viene da chiedersi se i “ filtri” paventati da Maroni poi ritirati, non siano il prologo di ‘moderne schedature’ per il popolo della rete.
Roberto Natale della Fnsi afferma che: “Le schedature sono pratiche incompatibili con una democrazia e non c'è alcun motivo dicibile e confessabile perchè venga apposto il segreto di stato”.
Anche Articolo21 nella persona del suo Portavoce Beppe Giulietti è stata schedata , le parole di Giulietti insieme a quelle della Manifestazione ‘Libera Rete in Libero Stato’ sono più che mai attuali “Chi ha qualcosa da temere sono coloro che hanno diversi livelli di comunicazione più o meno legittimi”. Ma non è tutto: per un Paese che ha vissuto e vive ancora dei segreti di Stato come Piazza Fontana, la strage di piazza della Loggia a Brescia e molti altri infatti sarebbe necessario scardinare ogni attitudine a secretare. “ L'Italia ha bisogno di liberarsi da ogni metastasi che inficia la trasparenza. Costi quel che costi”.
I nuovi diritti, come quelli che riguardano il web, non vedono il mondo dei massmedia e nemmeno la stragrande popolazione italiana sintonizzata sul tema con la dovuta sensibilità. Ma la realtà è che la giusta sensibilità da parte di tutti gli operatori della comunicazione, ci salverebbe da un futuro di filtri e schedature che frenerebbe la modernità di questo Paese. Semmai la fase moderna di questa Democrazia sia mai iniziata, a veder le censure paventate e realizzate sembrerebbe più un basso Medio Evo culturale.
IL giorno dopo si è diffusa la notizia che ha completato il cerchio dei sospetti che in quella iniziativa avevamo paventato “ il controllo degli IP” ( le interviste audiovideo dell’iniziativa).
Alessandro Gilioli giornalista e blogger tra i promotori dell’iniziativa, spiegava come anche le notizie trapelate su di una possibile acquisizione di Telecom da parte di Mediaset potrebbe finalizzarsi al dominio del futuro, passando da un uomo solo al telecomando, ad un uomo solo al clicktrought .
Scrivo clicktrought poiché è quello che delinea tutti i nostri comportamenti sul web. Oggi sono utilizzati solo dal marketing pubblicitàrio, ma ripensando il domani anche in funzione del fatto che dal 1996 al 2007 molti uomini e donne di questo Paese sono stati inseriti nell' elenco dei giornalisti schedati e spiati viene da chiedersi se i “ filtri” paventati da Maroni poi ritirati, non siano il prologo di ‘moderne schedature’ per il popolo della rete.
Roberto Natale della Fnsi afferma che: “Le schedature sono pratiche incompatibili con una democrazia e non c'è alcun motivo dicibile e confessabile perchè venga apposto il segreto di stato”.
Anche Articolo21 nella persona del suo Portavoce Beppe Giulietti è stata schedata , le parole di Giulietti insieme a quelle della Manifestazione ‘Libera Rete in Libero Stato’ sono più che mai attuali “Chi ha qualcosa da temere sono coloro che hanno diversi livelli di comunicazione più o meno legittimi”. Ma non è tutto: per un Paese che ha vissuto e vive ancora dei segreti di Stato come Piazza Fontana, la strage di piazza della Loggia a Brescia e molti altri infatti sarebbe necessario scardinare ogni attitudine a secretare. “ L'Italia ha bisogno di liberarsi da ogni metastasi che inficia la trasparenza. Costi quel che costi”.
I nuovi diritti, come quelli che riguardano il web, non vedono il mondo dei massmedia e nemmeno la stragrande popolazione italiana sintonizzata sul tema con la dovuta sensibilità. Ma la realtà è che la giusta sensibilità da parte di tutti gli operatori della comunicazione, ci salverebbe da un futuro di filtri e schedature che frenerebbe la modernità di questo Paese. Semmai la fase moderna di questa Democrazia sia mai iniziata, a veder le censure paventate e realizzate sembrerebbe più un basso Medio Evo culturale.
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