di Rino Giacalone
Lo scorso 19 dicembre il Tribunale di Trapani lo ha assolto dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, dichiarando prescritto il reato di corruzione. Da allora, l’ex vice presidente della Regione, Bartolo Pellegrino, ex socialista ed ex diniano, ha assunto una serie di iniziative che di fatto lo hanno visto tornare e con un certo piglio nell’agone della politica da dove si era ritirato, suo malgrado, dall’aprile del 2007, quando finì agli arresti domiciliari per l’indagine antimafia che si è adesso conclusa dinanzi ai giudici di primo grado.
Il tutto pur restando, però, un sorvegliato speciale, misura che gli è stata inflitta lo scorso giugno dal Tribunale delle misure di prevenzione, per via di una serie di rapporti che sono emersi nel corso dei procedimenti cui è stato oggetto con personaggi mafiosi o in odor di mafia. Ragioni per le quali secondo i giudici è un soggetto da sorvegliare. Almeno per i prossimi due anni.
Politico, ma sorvegliato speciale: misura di prevenzione questa che lo scorso 29 dicembre non gli ha impedito a poter avere accesso alla Villa di Arcore del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. E proprio il suo stato di sorvegliato speciale non ha permesso che la visita restasse riservata. Bartolo Pellegrino infatti ha dovuto comunicare ai carabinieri di Arcore le ragioni per le quali si trovava così lontano dal suo luogo di residenza. Ad Arcore per fare gli auguri di Natale e di fine anno al presidente Berlusconi.
Occasione sicuramente servita per parlare anche di altro, come di politica e giustizia, viene da pensare. Tra i due, Berlusconi e Pellegrino, c’è un’antica conoscenza, da quando Bartolo Pellegrino fu invitato a Palazzo Grazioli, portò in regalo a Berlusconi l’annuncio del ribaltone al governo della Regione che avrebbe di lì a poco aperto le porte di Palazzo D’Orleans a Forza Italia e al centrodestra. All’epoca Pellegrino era infatti assessore del presidente Ds Capodicasa, nel giro di qualche mese si ritrovò vice presidente, e assessore al Territorio, dell’eletto Governatore Totò Cuffaro.
Bartolo Pellegrino è tornato adesso a mettersi alla testa di Nuova Sicilia, il movimento autonomista da lui fondato e che nel frattempo si è svuotato dopo che molti hanno preferito l’Mpa di Raffaele Lombardo, e proprio il presidente Lombardo è stato oggetto di uno dei primi interventi critici di Pellegrino che pubblicamente ha contestato il nuovo governo e certamente con Berlusconi anche di questo ha discusso nella sua visita ad Arcore.
L’assoluzione e la prescrizione gli hanno restituito anche pieno vigore: Pellegrino dopo avere trascorso gli ultimi due anni da indagato tra visite mediche di diversa natura, adesso è in giro per l’Italia, ha incontrato tanta gente, è stato in diverse città della Sicilia prima di volare a Milano, scendere ad Arcore, trovarsi a Roma e l’ultimo dell’anno a Livorno. Ai siciliani si è rivolto con una inserzione pubblicitaria sui quotidiani regionali per augurare un buon 2010 e il nuovo «rinascimento» della Sicilia.