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Articolo 21 - Editoriali
Rifugiati: l’importante denuncia di Laura Boldrini
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di Valter Vecellio

La questione è molto importante; e viene da una persona che per la sua funzione, ricopre un incarico altrettanto importante e delicato. La questione è quella dei rifugiati; la persona è Laura Boldrini, responsabile dell’UNHCR, l’Agenzia dell’ONU per i rifugiati.
   La signora Boldrini ci ricorda una cosa grave, di cui si è smarrita memoria. Dopo un anno non si sa più nulla di 227 poveretti a bordo di tre barconi in difficoltà che il 6 maggio 2009 erano in balia del mare, a sud di Lampedusa.
   “Povera gente, bisognosa di aiuto”, dice Laura Boldrini. Invece, cos’è accaduto? Lo dice lei stessa: passavano le ore, non si capiva che cosa stesse accadendo. Il giorno dopo il ministro dell’Interno Roberto Maroni si vanta del successo del respingimento, del fatto che tutti, senza distinzioni, sono stati cacciati in Libia, da dove provenivano; quei 227, e tutti gli altri che poi sono stati accolti.
    Laura Boldrini ha scritto un libro, “Tutti indietro”, pubblicato da Rizzoli. Da leggere con attenzione. Sarà tra l’altro presentato al Festival “Vicino/Lontano” che si terrà a Udine dal 6 al 9 maggio prossimi, proprio dedicato al tema della migrazione.
   Cosa ci ricorda Laura Boldrini: che forse ci sono ancora barconi nel Mediterraneo; che molto probabilmente c’è molta gente chiusa in un carcere o in un campo di concentramento libico; che pur non avendo commesso alcun reato sono detenuti in condizioni atroci.
   Su queste vicende, dice Laura Boldrini, è sceso il silenzio; e questo non è rassicurante, tutt’altro. L’agenzia ONU per i rifugiati, a Tripoli non ha molti margini di manovra, sul suo cammino incontra una quantità enorme di difficoltà e ostacoli; ha accesso solo a pochi centri di detenzione.
   Non è neppure vero che si siano fermati i flussi migratori; semmai vediamo meno gli sbarchi. Innanzitutto via mare arriva solo il 10-15 per cento degli irregolari. Tra questi, secondo gli ultimi danni disponibili, quelli del 2008, il 75 per cento ha chiesto asilo, e il 50 per cento ha ottenuto una forma di protezione. E qui va detto che non basta alzare una mano e dire: “Sono scappato, chiedo asilo”. La procedura è complessa, e in Italia funziona in modo soddisfacente.
   Bene: quello che Laura Boldrini ci vuole dire è che senza dire “porte aperte a tutti indiscriminatamente”, non necessariamente si deve scivolare in derive e scempiaggini da Lega Nord, e si può e deve distinguere: perché non tutti gli irregolari sono uguali. E qui, le cifre aiutano: i rifugiati in Italia sono circa 50mila; in Germania sono 600mila; 300mila nel Regno Unito.
   Per aver sostenuto queste cose, la signora Boldrini è stata accusata dal ministro della Difesa Ignazio La Russa, di essere “disumana e criminale”.
   “Disumana e criminale” per ricordarci storie come quella di Sayed, un ragazzo afgano. Nel 1998, quando aveva dieci anni, la madre lo costringe a fuggire, perché così non è costretto ad arruolarsi tra i Talebani, come il padre e i fratelli. Per nove anni Sayed è stato sfruttato, ricacciato indietro; si è imbarcato in Grecia, ha rischiato la vita in Turchia. Finalmente nel 2007 arriva a Benevento, nascosto sotto un TIR, mezzo morto. E’ stato accolto da una famiglia generosa, e la sua vita è cambiata. Che sarebbe stato di lui, se fosse stato respinto?, domanda Laura Boldrini; ed è una bela domanda.
   “Disumana e criminale” che racconta che a Riace e a Caulonia, due piccoli paesi in Calabria, hanno deciso di ospitare circa duemila palestinesi, bloccati tra Irak e Siria. Grazie a loro, Riace e Caulonia si sono ripopolati, le loro scuole hanno riparto, sono tornati a funzionare lavoratori di ceramica che seguono la tradizione locale e quella degli artigiani di Herat, e ora ce ne sono anche di tappeti.
   “Il mondo è già mescolato; il movimento non si può fermare, ma solo regolare, come per Internet. Opporsi significa restare indietro”. Queste sono le cose che ci ricorda Laura Boldrini: la donna che per il ministro La Russa è disumana e criminale.

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